lunedì 30 dicembre 2019

Almonacco triestino 2019

Puntuale come el squaraus, ecco l'almonacco triestino 2019 con le avvincenti notizie mese per mese :)

GENNAIO
Si apre il 2019 con l'augurio del Sindaco affinché ogni giorno sia sempre interessante.


Grande scoop su Trieste Cafè per il compleanno del pesce rosso dell'assessore al Quant'altro.

FEBBRAIO
Esce il Manuale della boba de Borgo e diventa subito un best-seller. In consiglio si propone di modificare il cartello della città in "Trieste - città delle bobe".
Grande scoop su Trieste Cafè per Siora Jole che sul gruppo facebook "Quei dela quela" critica Nella per la jota senza luganiga.


MARZO
Nasce White Cocal Press, la casa editrice triestina che pubblica robe super cocole coi marchi Bora.La e Monon Behavior, iuppi! #followthewhitecocal
Grande scoop su Trieste Cafè per Magris che ieri ha messo due cuciarini di zucchero nel caffè invece che uno.

APRILE
Pupoli, longhi bruti, polemiche e gnegnegne per la decisione (poi ritirata) della Miramar Trieste di escludere i professionisti africani dalla corsa.
Subito il Movimento Organizzato per la Nazione Alabardata (MONA) approfitta della notizia per proporre piuttosto l'esclusione dei furlani dalla città di Trieste.
Grande scoop su Trieste Cafè per via dell'onomastico del peluche del can del'assessor al Cotecio.

MAGGIO
Di Finizio si arrampica sull'Ursus, battendo sul tempo la folta concorrenza per un posto in prima fila da cui guardare l'Olimpiade dele clanfe di luglio.
Grande scoop su Trieste Cafè per il commento dell'esperto Toio sulla discrepanza storica tra giorni e luganighe.

GIUGNO
Si gioca a Trieste la mitica partita Svevo vs Joyce, terminata ai rigori con la vittoria della prima compagine, futizando (la squadra di Joyce infatti tira un rigore in meno). Ecco gli highlights.

Grande scoop su Trieste Cafè per la pericolosa inchiesta su Ciano Sporcugna che fa i spritz cola rogaska spacciandola per radenska.

LUGLIO
Arrivano le nuove disposizioni comunali sul nosepol a Barcola, esposte su un elegante supporto arricchito da solerte dito inquisitore.


Ne approfitta Franca Porfirio per estendere l'ordinanza a tanti quant'altri.
Grande scoop di Trieste Cafè sulla qualità dei baloni supertele doprati a Barcola che ne rendono la balistica di difficile studio.

AGOSTO
Nasce  Trieste la festa del Quant'altro. "Fin desso iera tuti boni de usar el 'quel' nei propi discorsi", commenta Dipi, "ma è solo grazie a noi che le possibilità di parlare alla cittadinanza si sono moltiplicate in maniera esponenziale, grazie al 'quant'altro'. Questa festa è dedicata a tutti i modi di dire triestini, che sia el quel, el voio, el volentieri, el quant'altro e quant'altro."
Grande scoop di Trieste Cafè, unica testata a dare la coraggiosa notizia che l'assessore al Cucherle ha fatto il caffè con la cogoma senza lavarla prima, come imparato da Stelio sul gruppo facebook "se stava meo co se stava pezo".

SETTEMBRE
Arriva la statua del Vate. Ma, in pandàn col Ponte Curto, xe curta anche quella. Poco male, la cosa viene risolta con una bella zonta soto i pie.
Grande scoop di Trieste Cafè che dà notizia che el frate no ga ancora ritrovado la zavata. Chi la ga trovada?

OTTOBRE
Torna finalmente il tran de Opcina. Per ora solo inversione letteraria però, grazie al bellissimo cocolissimo e quant'altrissimo libro "Le disgrazie del tran de Opcina", ambientato in una Trieste del futuro sotto il dominio furlan in cui 5 ragazzini dovranno seguire un'antica profezia che li porterà sino all'inferno triestino, nei gironi della bora, delle bobe e delle commesse ranzide...
(Sì, questa iera reclam hehehe)
Grande scoop di Trieste Cafè che svela dopo accurata ricerca storico bibliografica che il significato in latino di sine è "senza". Subito il titolone-viz: El tran xe sine sine.

NOVEMBRE
Fabio Tuiach si risente e decide di andare nella legione straniera. Lì però fa l'amara scoperta che ci sono troppi stranieri e allora torna indrio.
Grande scoop di Trieste Cafè per il compleanno della pulise del gatto dell'assessore al Petess. "Bibolo (il gatto) si grattava tantissimo all'inizio", commenta l'assessore, "ma poi gli ho ligato le zate come un salame cussì che non può più fare del male a Grizoleto (la pulise)".

DICEMBRE
Arrivano finalmente gli albereti di Natale! Arrivano dalla Croazia, incasinando Manlio Cociancich che aveva già pronta la polemica pensando fossero i soliti alberi furlani. Fuorviante anche la nuova stella cometa, montata al contrario. "I fa ste robe solo che per insempiar la gente", commenta Siora Eta.
Grande scoop di Trieste Cafè che indriza la cometa storta pubblicando per sbaglio la foto di Piazza Unità al contrario.

sabato 21 dicembre 2019

La pioggia e il pipistrello di Piazza Foraggi

Approfittiamo dell'ottima giornata di pioggia per un'anteprima dal nuovo libro della collana Strafanici:
"Animali triestini e dove trovarli", di Giulio Giadrossi e Chiara Gelmini, raccolta di filastrocche sugli animali che popolano i rioni triestini e non solo. Dal Gufo di Rozzol (che bubola solo se la triestina fa gol) a Enrico il gallo di Sgonico (che si recò in Friuli per assaggiare il frico).
Il libro si trova in tutte le librerie più bobe nonché online in tutto il mondo qua.

Ecco dunque a voi

IL PIPISTRELLO DI PIAZZA FORAGGI

Il pipistrello di piazza Foraggi
lo incontri spesso se sei nei paraggi,
di notte plana sul soffitto di roccia
non riesce a dormire perché cade una goccia,
insonne vaga con altri pipistrelli
a suonare citofoni e campanelli.



lunedì 9 dicembre 2019

Piovi piovi la gata fa i ovi

Gnente, in sto giorno de piova, incuriosidi dela famosa filastroca dele none:

Piovi piovi
la gata fa i ovi

gavemo fato un poca de ricerca e...

La filastroca originale xe tuto altro.
TRAUMA INFANTILE!

Comunque, la vera fa cussì:

Piova, piovisina,
la gata va in cusina
la rompi le scudele
giusto le più bele
la trova un confeto
la cori soto el leto
el confeto iera duro
la salta sul muro
el muro iera roto
la ga saltà sul pozo
el pozo iera pien
la ga saltà sul fien
el fien se ga impizà
e la gata se ga brusà

E l'ovo? Bu.
No ne piasi sai el finale de sta version però, cussì proponemo de cambiarla in modo de far contenti tuti:
[...]
la ga saltà sul pozo
el pozo iera pien
la ga saltà sul fien
el fien però se movi
e la gata la fa i ovi

Opalà. Gavemo serado el cercio.
Bon, e desso butemo dentro za che ghe semo un poca de reclam:

Piovi piovi,
la gata la fa i ovi
la cori la se movi
a cior i ociai novi
per leger, tuta ninina
Le disgrazie del tran de Opicina
che ghe fa sai alegria
e lo trovè in libreria
Xe un regalo sai scaltro
per Nadal e quant'altro.





venerdì 8 novembre 2019

Osmiza, da oggi obbligatorio il dispositivo anti abbandono del petess

Quante volte vi è capitato di notare al tavolo vicino (no al vostro perchè savemo che nissun de voi faria mai una roba simile!) gli avventori andarsene lasciando -udite udite- la fiasca de vin meza svoda?



Bene, dal 8 novembre 2019 questo sacrilegio non sarà più praticabile perché finalmente il Ministero delle Robe Importanti ha introdotto l'obbligo per le osmize di dotarsi del Dispositivo Anti Abbandono del Petess.
Un semplice galleggiante elettronico collegato alla bozza misurerà il livello del vino. Gli avventori, al loro ingresso in osmiza, saranno tutti dotati del rilevatore MUSCZA (Meio Un Sentite Che Zento Alzite), a forma inconfondibile di supposta, che rileverà la loro posizione (sentai o in pie). 
Quando tutti gli avventori di un tavolo si alzeranno in piedi, pronti ad andarsene, se il galleggiante rileverà ancora vino nella bozza scatterà l'allarme.
"Un modo sai sgaio per evitar i sprechi", commenta Stelio, titolare dell'osmiza Nafta, "nissun gaverà el coragio de alzarse e ris'ciar che i altri vedi che i va via lassando vin intela boza".
Contenti anche gli avventori, anche se ci sono delle riserve perché non è ancora chiaro dove dovrà essere inserito il dispositivo MUSCZA.
Scettico Furio Bombardin: "Mi no me xe mai capitado de dimenticarme vin intela boza, xe de esser propio mone. Un do volte go dimenticado mio fio in osma, ma dopo co son tornado ciorlo do giorni dopo el iera ancora più contento".

Bon e desso reclam:
Ricordeve che xe in libreria el novo libro "le disgrazie del tran de Opcina", la storia de come zinque muleti dela scola elementare James Joyce ga vissudo una grandissima aventura tra veci, inferni, comesse ranzide e bobe per liberar Trieste dal dominio furlan nel 2052 :)

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mercoledì 6 novembre 2019

I albereti de Piaza unità nel 2052

Xe rivade le basi per i albereti de Nadal 2019 :)
Ne par el momento giusto per contarve come che sarà Piaza Unità (che in realtà in quanto soto dominio furlan se ciamerà Place Piciule Patrie) nel 2052, in sta anteprima de "Le disgrazie del tran de Opcina", libro che se trova za in libreria o nei negozi de souvenir più boba, nonché online qua.

Tuto intorno, i carateristici albereti de Nadal, famosi ormai in tuto el mondo e meta turistica ambitissima. Xe pochi ormai quei che se ricorda, ma una volta no iera cussì. Una volta, a inizio secolo, i meteva i albereti solo soto Nadal. La piaza adobada a festa però piaseva cussì tanto che qualche ano dopo xe stado deciso de meterli un fià prima e cavarli un fià dopo. E ogni ano, per far ancora meo del'ano prima, se tegniva i albereti una o do setimane in più. Finchè el novo Podestà ga dito "Ciò, mi me par una monada però cavarli in magio per rimeterli in luglio", e cussì ala fine i ga sbusado el zemento, i ga zontà un poca de tera e i ghe ga piantado drento i albereti, dei bei pini maritimi scelti dela famosa botanica Rosa Canina, anche conossuda come Stropacul.




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giovedì 31 ottobre 2019

Triestin Halloween: le 10 striganze della città

Eh gnente ah, visto che ogi xe halloween, ne par giusto far l'elenco dele 10 più temibili striganze presenti a Trieste.

Pampel vestido de Furia Buia zerca de far fora l'originale

  1. La maledizion del castel de Miramar, che copa tuti quei che spava là. Le guide che porta in giro i turisti in castel xe sempre in ansia perchè meti che i sia un poco noiosi el ris'cio che i mati se indormenzi xe alto, e dopo va ti a spiegarghe al giudice che no te ga fato aposta a farli mazar.
  2. La ioza dela galeria de Piaza Foragi, sempre presente anche co xe sol de 4 mesi. Fra un poco parti i lavori che cola scusa de sistemar la galeria in realtà anderà in cerca dela fonte del'aqua eterna.
  3. La moltiplicazion dei cafè, che de secoli incasina i foresti che no capissi cossa xe un capo in b o un nero.
  4. El labirinto de Mirela, che dentro ga anca el fauno e el minotauro che sta ancora zercando l'uscita.
  5. El muro del Pedocin, l'unico che riva col suo magico potere a far andar d'acordo omini e babe (fin che i xe separai).
  6. La gente che passa la strada a Barcola d'estate in costume, fazendo diventar mati i aministratori impegnai nel risolver questo temibile problema.
  7. La maledizion dei curti, che ghe ga scurtado le gambe al vate e el ponte in Ponterosso.
  8. La movida sempre più fuori controllo, che forsi se risolverà cola dotazion ala polizia dei taser per farli taser.
  9. Quant'altro, de cui esisti anche la festa.
  10. Le disgrazie del tran de Opcina. La cui origine xe spiegada nel belissimo novo libro che se trova in tute le librerie e negozi de souvenir più boba. E bon, un poca de reclàm dei :)


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giovedì 24 ottobre 2019

Le disgrazie del tran de Opcina: i protagonisti

Ben bon, dopo gaverve contado la trama de "Le disgrazie del tran de Opcina", ogi ve presentemo i cinque protagonisti assoluti: i muleti dela quarta D dela Scola Elementare Molimedeiana James Joyce, vedemo se li riconossè nela foto dela copertina:

Mustaca Zaflaucic, cavei neri portai ala Julian Casablancas, piceto. L’unico za in età a dopia cifra e per sta ragion ‘sai invidiado dei altri, che ancora no ga capido che no cambia un clinz e che se te ieri mona a nove te resti mona anca a diese. E a venti. E avanti.
Mustaca ghe devi el nome ala scarsa fantasia del pare Ucio. L’anagrafe infati lo gaveva ciamado propio co che el stava guidando in zona industriale e, ciapado de furia, el ghe gaveva dito la prima roba che ghe iera vegnuda in mente, per via de quela scrita che el gaveva davanti in quel momento: “X MUSTACA TOPONE DE GOMMA”. Rivado casa, el se gaveva giustificado cola molie disendo che in fondo “Mustaca” iera sempre meo de “Topone” o de “Gomma”.

Pedocin Chan, cinese ormai de terza generazion a Trieste, cussì ben integrado che sua mama xe campionessa in carica de patate in tecia de diversi ani. El muleto inveze xe un picio genieto del’infortronica dei stupidezi, dele monadine impizanti, dele diavolerie marchingegniche e del salta macaco, passion ereditada del pare Fritolin Chan, che co el gaveva l’età de Pedocin el fazeva za el bubez nel negozio dei noni in Borgo Teresiano, un dei primi cola lanterna de fora. Co rivava i clienti triestini, el picio Fritolin se meravigliava sempre che squasi tuti ghe disessi che i vendeva robe cacabus. Lui no el capiva coss’che iera sto ‘cacabus’ e el pensava che centrassi cole coriere. Alora un giorno el ghe gaveva domandado ala mama “Ma se per aula-bus se intendi un bus a forma de aula, cossa se intendi per caca-bus?”, e la mama ghe gaveva spiegado che i clienti in realtà se stava semplicemente lamentando dela qualità dele robe che i vendeva. Cussì Fritolin, per orgoglio, gaveva pian pianin cominciado a riparar e sistemar tuti i aparechi cacabus, che in confronto MacGyver valeva meno de MacAjvar, e in un per de ani el “BlikoChan” iera diventado el negozio de acessori più frequentado de Trieste.

Marisa Orcotron xe la squinzia dela classe. Ma solo de aparenza. Biondina, cavei longhi resistenti ale zucade dele compagne e un per de anfibi neri imortali (ereditadi infati dela nona che li usava nei ani ‘90 a Borgo San Sergio), con cui la ghe da piadoni intel daur ai muloni dele medie che vien zo a zigarghe “CBCR” (che per chi no sa vol dir “Cresci Bene Che Ripasso”). Qualchidun disi che ghe piasi de scondon Mustaca, ma de solito subito dopo gaverlo dito a sto qualchidun ghe spunta un misterioso bugnon rosso intei stinchi propio dela forma dei anfibi de Marisa, e alora no lo disi più.

Ursus Diop, de origini senegalesi e za col fisico de zogador de basket, sport in cui el xe imbatibile. El suo sogno xe diventar campion de alley-oop, dopo no xe importante se se vinzi o se se perdi, perchè el suo obietivo in partida xe farne el più possibile, e meo de tuto se con l’ultimo el riva anca a dispicar el canestro, cussì ala fine el risultato diventa ancora più ininfluente. Le indiscrezioni sul’origine del nome disi che i sui, che iera giovini e no gaveva l’auto per andar in camporela, gaveva pensado ben de rampigarse de scondon sul’Ursus e passar là dele indimenticabili noti romantiche in riva al mar a un passo dela luna, pescando anca zievoli se ghe vegniva fame. E de quel periodo el suo nome scondi el ricordo.

Infine Cianeta Codindich, la più picia, gavendo fato la primina. Una moreta tuta pevere veloce come la bora e abilissima nei tornei de nascondin, de porton, de sesa color, de remengo vostro e de quatro cantoni, abilità che la usa durante i compiti in classe per far la “messagera dela verità”. In pratica svolando soto i banchi la copia i risultati del biflon dela classe (Vinicio Milecento) in ben cinque copie al secondo e le meti al’asta a chi che ofri de più, tornando al suo posto tuta soridente prima che el solito lofio (Gino Iaspi) rivi a dir nè ai nè bai. Come che se pol imaginar, la xe cariga de pila, anca se oviamente la moneda in voga in classe no xe i bori ma le figurine dei zogadori de cotecio. Ela la ga adiritura el rarissimo Caro Cogoi d’oro dela serie Golden Cotecio, robe de colezionisti.

E za che ghe semo, ve contemo come che funziona le scole nel 2052:

La scola elementare James Joyce xe un esempio de avanguardia del metodo Molimedei, invidiado de tuta Europa. Dopo la svalutazion de inizio secolo de lauree, master, dotorai e titoli de studio tropo studiai e i vari falimenti de tuti i tipi de insegnamenti proposti, non ultimo el Pestalozzi (ancora in uso in realtà in qualche lagerscola aministrada dei malvagi Professori Rochetar e Ratapalz), su facebook nel lontan 2027 qualchidun gaveva proposto sto novo metodo rivoluzionario. Sto qualchidun iera gnentedemeno che Giovanin Capobandadelcasin, famoso influencer facebook, instagram, pinterest, snapchat e twitter, roba de un milion de like per ogni monada che el scriveva. Ispirado dei tanti cuoricini e facine-wow sul suo post in cui el se diseva formado al’Università dela strada, in una note insone nel’osteria de Caio el ga pensado:

1. Che monade ara sti fioi che studia robe tipo latin, grego (che po par anca una bruta parola), derivade, integrai, figure geometriche de più de zinque lati (ciò, l’Universo xe fato de stele, le stele ga zinque punte, alora che scopo ga studiar robe che no esisti? Tempo butà), musica se dopo i xe stonadi come campane e xe meo che i staghi ziti, ginastica se dopo i xe sbonfi e magari i se fa mal... insoma trope materie butade a caso senza un senso.
2. E dopo i vien fora de scola e gnanca no i sa indove che i vivi.
3. Po scola del’infanzia, primaria, secondaria de primo e secondo grado no se pol sentir. Saria de tornar al’asilo, elementari, medie e superiori.
4. Caio, go el bicer svodo, butime un altro otavo.
5. Pagarte? Desso? Molime dei. (De cui el nome de “Metodo Molimedei”.)

In soma dele some, el giorno drio Giovanin Capobandadelcasin ga ingrumà sti sui pensieri in un post, indove, oltre a descriver el suo mal de testa per l’imbalinada dela sera prima, el proponeva che ogni scola se ispirassi a un (e solo un) personagio famoso dela cità e che ne seguissi le orme, invoiando i muleti a zercar de diventar come lui. E i muleti podeva oviamente sceglier in che scola andar in base ai propi idoli. Cussì xe subito vegnude fora le nove scole elementari, medie e superiori Molimedeiane, tipo la Nereo Rocco per baloneri, la Lelio Luttazzi per musici, la Cecchelin per comici, l’Oberdan per artificeri e la Sabata per le legere. Sta ultima no andava sconfusa con la Saba, che iera per studi più classici. Ma, come che disevimo al’inizio, xe la James Joyce quela che più de tute ga ciapado ala letera la filosofia de Giovanin Capobandadelcasin.
Ispirada ala vita del scritor irlandese, tra le sue materie de insegnamento, oltre al’inglese, no podeva mancar anca l’ora de Petess e de Babete. Dopo un per de ani, su intervento del Ministero dela Salute che no ghe pareva ‘sai bel (el Ministero del’Istruzion inveze no gaveva pel cul), i le ga cavade, ma la scola ormai iera za diventada famosa in tuto el continente e muleti de tuti i paesi vegniva a iscriverse.
Triste inveze l’epilogo dela storia de Giovanin Capobandadelcasin. Nel 2035 xe stadi seradi definitivamente tuti i social basadi su tecnologia strucabotonica per passar ale Realtà Virtuali Condivise, in cui like, cuoricini, wow e magnimelpopi no valeva più un clinz. Giovanin, che senza i sui milemila folouer se sentiva solo e abandonado, ga scominzià a bever petess virtuale intele betole virtuali, ma el suo fegato, che no iera nè virtuale nè mona, se ga inacorto del futiz e xe entrado in sciopero e cussì, poco dopo, el geniale inventor del metodo Molimedei xe andado a sburtar radicio (vero, no virtuale).

El libro xe za in libreria, lo presentemo anche mercoledì 30 otobre ale 11 al ridoto del Miela, dentro el Science+Fiction Festival della Fantascienza :)

mercoledì 2 ottobre 2019

Il ritorno del tram di Opicina

BUM! Torna il tram... bon... solamente in versione letteraria ma meglio che niente!

Venerdì 4 ottobre alle 17.30 presso la Biblioteca il tram dei Libri, a Opicina in via Doberdò 20/3, la presentazione de “Le disgrazie del tran de Opcina”, ultimo libro di Diego Manna


Trieste, anno 2052. La città è sotto il controllo del Centro Operativo per la Friulana Egemonia, il COFE, che nel tempo ha esteso la sua influenza su tutta la regione. L'unica realtà che potrebbe tenere testa al COFE è il MONA, Movimento Organizzato per la Nazione Alabardata, ma di esso si sono perse le tracce da anni. Ma una nuova speranza sta per nascere. Cinque ragazzini della Scuola Elementare James Joyce, durante l'ora di frico e cotecio, scoprono un'antica profezia chli porterà a diventare i protagonisti di una esilarante corsa contro il tempo, recuperando il tram e attraversando addirittura i gironi dell'inferno triestino e friulano, per ridare la libertà alla propria città, inseguiti dai perfidi maestri Loris Mandi e Gianni Bastonich, dagli agenti Copotutti e Xeciodi e dal Podestà Furio Teimbiavo con la sua vice Chanel Nacici.
Il tutto in dialetto triestino, ciò.
Un'avventura alla Goonies ambientata in una Trieste distopica, dove Piazza Unità è da molti anni Place Piciule Patrie, ma conserva ancora i suoi alberi di Natale, dei pini marittimi presenti per editto del podestà per tutto l'anno e addirittura piantati a terra per scelta della nota botanica Rosa Canina, conosciuta anche come “Stropacul”. Con difficoltà riconosceremo la spiaggia del Pedocin, trasformata dai friulani in una piccola Lignano dal nome “Budiese”, cimice, o il rione di San Vito, divenuto nella nuova toponomastica friulana San Zico. Oltre alla messa al bando dello spritz, del capo in b, del nero e del “volentieri”, un altro duro colpo alla triestinità sarà la trasformazione del tram di Opicina in un “barachin per petessoni” all'Obelisco, con un menù di cocktail decisamente etnico: si va dall'Havara e Cola istriana al Gin Lemononon bisiaco alla Gubana Libre friulana.
Ma è proprio dal Tran de Opcina che i nostri cinque giovani eroi partiranno per la riscossa triestina. Un viaggio esilarante e letteralmente senza freni, tra scienziati inventori di improbabili macchine del tempo, sfingi logorroiche, ristoranti McFrico's di lusso e tanti, tanti dannati triestini e friulani, persi nei vari gironi delle bobe, delle commesse ranzide, dell'ozio e persino dell'Udinese in B.
Riusciranno i cinque ragazzini ad interpretare correttamente la profezia e a far regnare nuovamente il MONA?
A dialogare con l'autore ci sarà Ivan Lo Vullo.
Entrata libera. Ve spetemo!
Il libro, edito da Bora.La, si trova già in libreria nonché online.

lunedì 16 settembre 2019

I dieci consigli per l'Oktoberfest triestina

Ecco un estratto di "Trieste città dell'Oktoberfest", libro di Dino Bombar (hehehe) che racconta il diario di quella che è una giornata a dir poco fora come un pergolo. Siateci! Il libro si trova già nelle librerie più bobe nonché comodamente online qua in tutto il mondo.

Ed ecco in anteprima il decalogo del compagno di viaggio Robi:



1. A PIE O IN BUS.
Come pensè de ‘ndar zo in cità? Miga ciolerè l’auto o el motorin, no? Ciò, no stè far i mone, vardè che gavè de bever, per cui no stè ris’ciar, ché se ve beca i puloti o i tubi, i ve fa novi. I ve ciol via la patente e i fa coriandoli de ela, perchè a una certa el tasso alcolemico xe de un livel che se te sufi su un impizin te fa tipo mangiafuoco. Quindi: per ogi se va a pie o in bus, se propio no gavè voia de caminar. El ritorno podessi esser dramatico, per cui saria el top gaver una morosa, un parente o qualchidun che ve porti casa; l’importante xe che no i gabi fato festa con voi, perchè se no no xe el caso de montar in auto con lori.

2. OVI DURI.
Prima de andar fora de casa, feve un per de ovi duri. No xe fastidiosi de portar in giro, perchè i sta comodi in scarsela, ma sopratuto i ve torna sai utili per amortizar le prime bire. Ocio perchè le prime bire xe quele che te stonfa! Ti te son là tuto figo e te bevi come un mona, ma te devi star atento perchè se no te son abituado a bever de matina, le prime bire te tira una steca de quele. E alora eco che te torna utile gaver i ovi duri in scarsela: te se li magni e i te iuda a sugar le bire, cussì te pol bever avanti come un drago. Dopo però te ga de magnar comunque qualcosa ah.

3. BLANDI.
Co te rivi zo, no sta gaver furia de bever. Ok, xe figon, xe pien de gente, tuti che bevi come ludri, ma voi stè boni e zerchè de bever con criterio e no spararve bire drio man. Anca perchè ad una certa sarè comunque stonfi e impetessadi, xe solo question de tempo. Per questo, ricordeve che no xe una gara e che, anca se fussi, no xe da vantarse de esser el primo che se imbalina. Te bevi el tuo, col tuo ritmo, zercando de star in controlo più che te pol, cussì te se godi el clima, la compagnia, l’ambiente e te son in grado de far un do discorsi senza spudar parole a caso. Poi, co sarà ora, te gaverà una mina che meza bastassi, ma quel xe un altro discorso.

4. MAGNAR LEZERO.
Va ben bever, ma saria cocolo anca magnar qualcossa, se non altro per evitar de rivar ala meza con una piomba indosso. A parte el discorso dei ovi duri, che resta sempre valido, xe comunque el caso de assumer roba solida, che però no ga de esser esagerada. Se te se magni un stinco intiero con una de patate in tecia, moniga, no te ga spazio per bever ‘vanti e se per caso co te magni te son za carburado, pol esser che magnar come un ludro te fazi mal. Morale: per darghe contro al’alcol evitando de gaver problemi al stomigo, più che magnar saria de sbecolar. Un poco de qua, un poco de là: un panineto, una polpeta, robete cussì, che i te stagna el giusto. Fideve.

5. NO BABE.
Messa cussì podessi crear confusion e atirar el futer dele feministe, quindi vedo de spiegar meo el conceto: le babe va ben, anzi, Dio dassi! Le babe che bevi ga pien dirito de eser presenti e portar el contributo ala festa; lore xe le benvenude, anzi, se le ga un per de amiche, che le porti pur. Quel che voio dir xe che la testa del mulon da Oktoberfest ga da esser sgombra, per un giorno, da fastidi: quindi no morose/mogli/amanti/conviventi cugni, perchè i xe solo che una enorme pigna intel cul, che distrai l’omo e impedissi de bever come che saria de far. E ti, omo, me racomando: xe tuto l’ano per tirar sardoni, quindi per un giorno te ga de concentrarte sula bira e possibilmente solo che su quela. Poi te tornerà a corerghe drio ale babete.

6. NO MISSIAR.
Se ciama Oktoberfest e xe la festa dela bira. Desso spiegheme perchè gavè de missiar el bever? I veci in casa no i ve ga insegnà gnente? Mai missiar l’alcol, quindi se te bevi bira, e ogi ti te ga de bever sai bira, no te se meti a cior trapete o porcherie de superalcolici perchè i te fa malon. L’Oktoberfest xe una question de coerenza: te ciol bira avanti, dala matina ala sera. Se poi te son omo de sprizeti, ciò per una volta te poderà far ecezion, no? Te cambi ristorante e te bevi bira, che xe comunque meio del’acqua e no fa ruzine.

7. NO FIGHETI.
L’Oktoberfest xe una festa per muloni, me par ovio. Per divertirse veramente te devi esser un filin morbido, no digo che te se devi ridur come un dispossente, ma gaver un tiro sbriso saria l’ideale, eco. Quindi, se te son un figheto de quei che va a veder la lochescion o segui el trend (mi al massimo perdo el tren), diria che no xe roba tua: per quei come ti esisti via Torino, te va là e te sta coi tui simili, a bever drinks che costa come un rene e a ciacolar de telefonini e autoni. No voio dir che una roba xe meio e una pezo eh, mi digo solo che xe do robe diverse, per gente diversa, che ga el steso dirito de divertirse e impetessarse come che i preferissi.

8. NO SOMMELLIER.
Podessi sembrar una continuazion del punto precedente, ma penso che sta roba merita un discorso a parte. Ga ciapà pie nei ultimi tempi sta tendenza dela bira ricercada, co’ sti nomi che no capisso: ipa, apa, neipa. No so. Una volta iera le lipe de scola, mi al massimo ve posso contar de quele. Pareria comunque che esisti mile tipi de bire, coi gusti strani o cossa so mi: eco, anca qua no xe questa l’ocasion per zercarle, perchè al’Oktoberfest se bevi un tipo de bira e xe quela ciara, punto. E no stè far i schizignosi: ve ordinè la bira, la ciolè e la bevè tuta, senza far el sommelier dela bira o meterse a far la punta al quel.

9. VESTIRSE COMODI.
L’Oktoberfest xe sempre de sabato, ma se te se vesti in tuta de lavor diria che va ben; qualchidun riva vestido de lavor perchè el scampa propio del lavor, ma xe un altro discorso. El punto xe che ve consiglio de vestirve morbidi, perchè beverè come camei e a una certa - fideve - i movimenti podessi diventar dificili e alora l’abito comodo xe prezioso per star in pie e agevolar la mobilità. Gavè per forza de meterve una camisa indosso perchè xe sabato e volè esser eleganti? Alora ciolè una de quele camise a quadretini, tiro tedesco, che al’Oktoberfest ve farà ingrumar de bruto.

10. ALENARSE.
Te ga davanti una zornada che xe un tour de force de bevude. Te se svei e bim bum te son là che te bevi bire, no xe propio per tuti. Eco alora che ocori rivar alenadi! Se ti te son un de quei che bevi una bira a setimana, magari de scondon che no te sgami la morosa, lassa star: l’Oktoberfest no xe per ti, perchè là te bevi e zito. Dopo te ga tuto el tempo che te vol per far Ramadan o far creder che te sta fazendo Ramadan, no xe problemi, però in quel zorno te devi guantar, per cui preparite!

11. NO BIRE PICE.

Sul serio go de spiegarve questa?

Ah, se volete il cappellino come l'autore, li trovate da Urbanwear in via Torino 13 :)



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giovedì 12 settembre 2019

Il vate curto e l'omo che va longo

In diretta dai nostri inviati al cantiere Ucio, Ciano e Toio, ecco già la prima proposta per risolvere il problema del Vate Curto e dela "zonta segiolon", com'è stata ribattezzata dai veri veci de cantier la zeppa necessaria a far toccare terra alla statua di D'annunzio. Per altri è semplicemente una "pietra d'inciampo" nel senso letterario del termine.
E quindi Ciano, il più propositivo del trio dei veci de cantier, propone di completare l'opera aggiungendo un secondo personaggio, da lui ribatezzato "l'omo che va longo".
L'opera completa così si chiamerebbe "il vate curto e l'omo che va longo" e sarebbe sicuramente una gran figada ciò.

Nel rendering, il Sindaco Dipi avvisa "l'omo che va longo" della presenza del scalin, ma l'omo che va longo fa il suo dovere e va longo istesso.




A proposito de veci e cantieri: ricordeve che xe in libreria el belissimo libro INPS FACTOR - I veci de Trieste, de Micol Brusaferro con pupoli de Chiara Gelmini. O anche comodamente online a questo link.
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venerdì 23 agosto 2019

A Trieste nasce la Festa del Quant'altro

Siamo lieti di comunicare (per primi perchè semo bobe) che la città di Trieste, da oggi, ha una festa in più: La festa del Quant'altro. Fortemente voluta dal Comune, è una festa che celebra questo elemento comunicativo utilizzato molto spesso per rendere più efficaci i discorsi rivolti alla popolazione.
"Fin desso iera tuti boni de usar el 'quel' nei propi discorsi", commenta Dipi, "ma è solo grazie a noi che le possibilità di parlare alla cittadinanza si sono moltiplicate in maniera esponenziale, grazie al 'quant'altro'. Questa festa è dedicata a tutti i modi di dire triestini, che sia el quel, el voio, el volentieri, el quant'altro e quant'altro."

Il quant'altro nell'epica omerica classica.

"Per accontentare tutti," continua il Sindaco, "quindi giovani, vecchi, medi e quant'altro, la festa è stata fissata il 30 febbraio, così nessuno protesterà dell'eventuale casino dei botti, mortaretti, fuochi artificali, falische e quant'altro".

Nel nostro piccolo il Monon Behavior Research Department sta già lavorando allo studio sul corretto utilizzo del quant'altro, che seguirà quello già pubblicato sull'utilizzo del quel, che è compreso nel bellissimo libro "The Origin of Nosepolis" che si trova in tutte le librerie bobe nonché online qua.
(Sì, gavemo fato reclàm za che ierimo hehehehe :D )


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lunedì 22 luglio 2019

Barcola: già pronti i nuovi cartelli estivi ad alto sparagno

Ignoti vandali senza un poco di quello che si chiama hanno strappato i cartelli del divieto anti-degrado a Barcola, nonostante fossero stati installati con i più moderni sistemi anti-taccheggio.
Ma poco male, anche gli eventi traumatici possono nascondere delle grandi opportunità.
Così ecco già pronti questi nuovi cartelli che proponiamo per sparagnare:
oltre al richiamo al buon costume, ecco anche la pubblicità della mostra di D'Annunzio.
Un esempio di guerrilla marketing co-branding e co-brandining che tutta Italia ci invidierebbe.
Ovviamente si possono aggiungere delle modifiche, come altre pubblicità ad amache, baveri e quant'altro.


Per evitare il danneggiamento, suggeriamo di fissarli con speciale nastro tacamachico lidl che xe in oferta sta setimana a 2,99 euri.




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domenica 21 luglio 2019

Decoro a Barcola: i minishorts inguinali e i top francobolli

Finalmente interviene anche Franca C. Porfirio sul tema caldo dell'estate: el poco de quel che se ciama a Barcola.
"Ai lati della scaletta, appostati sugli scogli, sadici clanfisti attendono al varco ignare signore per inondarne le acconciature quando entrano o escono dall'acqua". Ma chi xe Alberto Angela in confronto! :)





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venerdì 12 luglio 2019

Decoro a Barcola: nuove disposizioni

Interessante oggi sul quotidiano locale la notizia dei nuovi cartelli con la raccomandazione del comune di vestirsi bene a Barcola quando si attraversa la strada.


Nonostante la primaria importanza della tempestiva azione, è probabile tuttavia che ciò non basterà a risolvere del tutto i problemi del rione.
Perciò si sta lavorando all'ordinanza per garantire il decoro della zona, ciò.
Abbiamo in anteprima i punti di quella che sarà chiamata:

ORDINANZA FRANCA PORFIRIO


  1. Nosepol andare a ciorre il gelato in costume, come da raccomandazione precedente. Questo divieto viene esteso anche a chi che vuole ciorsi il gelato dal furgoncin de Zoldana o nei baracchini o quant'altro.
  2. Nosepol disporre i sugamani alla pene di segugio ma bisognerà seguire un ordine certificato dall'ufficio del decoro urbano, con zone riservate ai singoli colori. Solo sugamani a tinta unita quindi, gnente sghiribizi pupoloti e quant'altro.
  3. Nosepol esibirsi in tuffi che schizza, tipo clanfe, kamikaze, bombe americane e quant'altro. Se pol solo a piron, testa e, in caso di errore, panzada. Ma in questo caso serve il certificato del medico che attesta che no te son bon de far un piron o un tufo a testa altrimenti xe ciodi.
  4. Nosepol bevere acque gassate tipo radenska, rogaska e quant'altro per via che le fa tirar rutoni e no xe bel de sentir.
  5. Nosepol magnare robe tipo jota, fasoi, capuzi e quant'altro per via che le fa far rumori simili a quei dela radenska e rogaska solo del daur e no xe bel de sentir.
  6. Nosepol magnare di sera sentati per terra pizza, kebab, civapcici e quant'altro per via che non è decoroso magnare per tera e po ciama colombi e pantigane dei.
  7. Nosepol ciapare troppo sole o lampade o quant'altro perchè se no dopo xe longhi capire chi che ga de essere ciapato per il bavero e chi che no.
  8. Nosepol zogare al zogo dele lavre, briscola, tresete e quant'altro per via che dopo i fioi imparano brute parolaze dai veci che perdi e che non hanno un poco di quello che si chiama.
  9. Nosepol pissar intel'aqua del mar, dela fontana e quant'altro per via che meteremo quel cloro come intele piscine che co te pissi se colora de blu e tuti vedi e disi che no xe bel.
  10. Per garantire decoro e continuità con la precedente, anche questa ordinanza sarà graficamente sai elegante e stampata su carta di formaio certificata e plastificata e quant'altro, e tenuta suso sui pali con fascette serracavo di color bianco sobrio. Sarà raccomandato di tagliare el toco dela fascetta che vanza che se no xe bruto de veder.
Quanti nosepol ciò :)
Eh bon ah, certi di aver fatto un ottimo servizio per la cittadinanza, vi ricordiamo che il segreto dell'origine del Nosepol si può trovare nel bellissimo libro "The origin of Nosepolis" (momento reclàm), in tutte le librerie più bobe e online qua!
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venerdì 21 giugno 2019

Le sei tipologie di "vecia triestina"

Tratto da INPS FACTOR - I veci de Trieste, l'ultimo libro di Micol Brusaferro con pupoli di Chiara Gelmini, in libreria e online, ecco l'elenco delle sei tipologie di Vecia Triestina.
Ne conoscete altre? :)


  1. La fastidiosa: odia tutto e tutti. Batte con la scopa sul suo soffitto quando il vicino del piano di sopra cammina con le scarpe troppo pesanti. Batte con la scopa sul pavimento se quello del piano di sotto ascolta musica o se i bambini fanno rumore. Non sopporta i ragazzini sul bus, guarda con disprezzo le donne con abiti troppo corti o scollati. La trovi anche in versione “videocamera di sorveglianza”, sulla finestra di casa, a controllare la via sottostante.
  2. La metodica: va una volta al mese dalla parrucchiera, possibilmente stesso giorno e stessa ora, puntualmente chiede “qualcosa di diverso”, per uscire sempre con lo stesso taglio e la stessa piega. Prende sempre la stessa linea del bus, va sempre negli stessi negozi e al supermercato prende sempre i prodotti della stessa marca. Panico se non li trova. “La me scusi comessa, come mai no xe più quel yogurt de prugne che fa andar de corpo???”
  3. L’irriducibile: quella che dice ai nipoti “non chiamatemi nonna”. Divide il suo tempo libero tra palestra, estetista, centro benessere, usa leggins attillatissimi, tacchi alti, minigonna, trucco impeccabile, capello sempre all’ultima moda. Su Facebook è presente con selfie e foto, rigorosamente senza segnare la data di nascita. I filtri per le foto sono per lei l’invenzione del secolo.
  4. Le casalinghe: si alzano ogni giorno all’alba per “disbratar” la polvere, che spesso non ha nemmeno il tempo di attecchire o che raramente si trova tra i centrini fatti a uncinetto, sui mobili. D’inverno usa le lenzuola di flanella debitamente stirate mille volte. E se qualcuno entra in casa l’urlo è immediato: “Dopra le patine per moverte che go pena netà!”
  5. La magna magna: la sua domanda per figli, nipoti e qualsiasi persona le capiti sotto tiro, prima ancora del saluto, sarà “Te ga magnà?”, per poi dire subito “comunque te vedo sempre sai magro”. Ama cucinare, soprattutto piatti tipici triestini. Chi non ha una nonna che prepara o preparava fritole, jota, gnochi de susini, calandraca o sardoni in savor? Il suo momento di apoteosi è quando figli o nipoti vengono a pranzo. Un tripudio di cibo in quantità esagerata: “Magna picio, magna”.
  6. La nonna “take away”: versione evoluta della precedente. Nipoti e figli hanno poco tempo a disposizione, quindi la nonna cucina per ore e poi con grande precisione infila tutto in contenitori di diverse misure o nelle pentole che poi arriveranno direttamente sulla tavola dei parenti. Contenitori che andranno assolutamente riportati al mittente, per prevenire arrabbiature. “Ciò te ga ancora el mio taperuer!!!”

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giovedì 20 giugno 2019

Il ritorno di Puppy, il cane antimovida

E dopo un anno dalla prima segnalazione in cui Puppy il cane antimovida faceva la sua comparsa, ecco di nuovo il nostro eroe alle prese con squinzie, cbcr e cotoleri!




Momento reclàm: a proposito de movida e Nosepolis, ricordemo che in "The Origin of Nosepolis" el primo studio xe propio dedicado al triangolo dela Movida :) Dei, imperdibile!
Read subit The origin of Nosepolis or go to remengo! Nele librerie bobe e online qua.

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mercoledì 12 giugno 2019

Da Nunzio in Piazza della Borsa, Trieste si divide

Pupoli e longhi per la proposta di mettere Da Nunzio in Piazza della Borsa, di cui abbiamo un rendering.
Ecco l'intercettazione di un dialogo tra due veci che riassume un po' le polemiche di questi giorni.



Ucio: Ciò te ga sentido che i vol meter Da Nunzio in Piazza Borsa?
Ciano: Sì bon, che problema xe?
Ucio: Che no centra un zoca con Trieste!
Ciano: Perchè te disi?
Ucio: Perchè qua no gavemo piza, qua xe coto in crosta, jota, patate in tecia... al limite posso darghe bona pasta e ceci, ma piza no dei!
Ciano: Ciò, sa che te ga ragion! No a Da Nunzio in Piazza Borsa!

A proposito de veci: ricordeve che xe in libreria el belissimo libro INPS FACTOR - I veci de Trieste, de Micol Brusaferro con pupoli de Chiara Gelmini. O anche comodamente online a questo link.

martedì 28 maggio 2019

Platone e le mudande dele babe

Torna la moralizzatrice Franca Porfirio su Segnalazioni con questa critica della ragion mudanda :)


giovedì 23 maggio 2019

Gli otto divertimenti dei veci triestini

Opalà! Prima anteprima da INPS FACTOR - I veci de Trieste, il nuovo libro di Micol Brusaferro con pupoli di Chiara Gelmini. Il libro lo trovate già nelle librerie più bobe oppure comodamente online a questo link.

I DIVERTIMENTI DEI VECI DE TRIESTE




1. La fila fuori dai supermercati, dal medico o dai centri commerciali prima dell’orario dell’apertura è uno dei principali intrattenimenti del mattino. Sì perché l’anziano si alza presto, molto presto. Restare a letto? Guardare la tv? Giammai, la coda è nettamente favorita.
2. Guidano ancora. Anche gli ultranovantenni. A Trieste sono centinaia ad aver la patente, nonostante l’età spesso molto avanzata. Ma uno dei passatempi adorati non è guidare, bensì pulire l’auto. Se li trovi nei lavaggi automatici dimentica di far veloce, prenditi piuttosto qualche giorno di ferie.
3. Nonni paletta. Li chiamano così, i pensionati reclutati dal Comune, che nel tempo libero si offrono di aiutare gli alunni delle scuole negli attraversamenti pedonali. Peccato si sentano investiti di un potere supremo. Quella paletta diventa un’arma, da scagliare su automobilisti o centauri che osano avvicinarsi alle LORO strisce.
4. Amano paragonare tutto a “quando iera l’Austria”, su qualsiasi cosa riguardi la città. E ovviamente il confronto col passato non regge mai.
5. La prima pagina che leggono sul giornale è sempre la stessa. Quella dei defunti, in ogni singolo dettaglio. Li vedi aprire il giornale con gioia, ed esclamare “Anche ogi no son sul giornal!”
6. Adorano segnalare tutto ciò che non va, alle redazioni, agli uffici pubblici e i più all’avanguardia anche sul web. Spesso sono problemi futili, banali, ma perché non denunciarli?
7. A Barcola d’estate giocano a carte o a “lavre”, i piattelli stile bocce, che prevedono partite talmente lunghe e combattute che il Comune ha costruito un campo ad hoc con tanto di illuminazione serale per i match più intensi, che raggiungono anche un pubblico numeroso e tifo da stadio.
8. Ma il passatempo per eccellenza, non paragonabile a nessun altro tipo di spettacolo o intrattenimento dal vivo, è l’osservazione dei cantieri. Cosa comune un po’ a tutti i coetanei in altre città. Sicuramente, insieme agli amici, esaminando gli scavi, il pensionato triestino troverà falle, cose fatte male o cose che lui avrebbe comunque fatto meglio. Molto meglio.


giovedì 9 maggio 2019

Dieci cose da fare a Trieste con la pioggia

Gnente, se no savè cossa far in sta giornata de piova, eco qualche sugerimento:
  1. Pensar che forsi co i disi che Trieste xe in Friuli un poco i ga ragion.
  2. Lamentarse che te ga lavado l'auto ieri anche se no xe vero.
  3. Pregar che no rivi un refolo de bora a imberlarte l'ombrela.
  4. Molar el scooter, cior l'auto, restar incugnai intel trafico e porconarghe a tuti quei che ga molado el scooter e ciolto l'auto.
  5. Domandarse come se disi "trombini" in lingua.
  6. Andar a tirar svise sul curvon del'Italcementi.
  7. Scriverghe a Segnalazioni che i tombini xe incugnai.
  8. Ricordarse che tua nona te diseva sempre "piovi, la gata fa i ovi" e ti no te ga mai capido cossa vol dir.
  9. Far sci nautico intorno ai alberi de Nadal de Piaza Unità.
  10. Serarse in casa a leger "Le disgrazie del tran de Opcina" (reclam subliminale)


Per restar agiornado iscrivite ala Monadesletter metendo la mail qua soto :)



lunedì 29 aprile 2019

Trieste vietata ai furlani

La notizia di oggi è che la città di Trieste sta seriamente pensando di negare l'accesso a Trieste ai nati in Friul.
"Non si tratta di discriminazione" spiega il comitato proponente, "semplicemente vogliamo tutelare gli amici friulani dall'indole sfruttatrice triestina, che li farebbe lavorare sottocosto approfittando del loro noto zelo lavorativo e spirito di sacrificio."
Ancora al vaglio le posizioni dei goriziani e pordenonesi, che dovranno superare un test di triestinità (ovvero non fare il test, altrimenti mostrerebbero troppo zelo). Totalmente indifferenti i carnici, che no ga pel cul e se godi la montagna.
Va ben va ben scherzemo dei. Viva i furlani, i migliori vicini possibili :)

Reclàm imancabile finale: su "The origin of Nosepolis" ghe xe un importantissimo studio internazional su cossa podessi nasser se Trieste diventassi furlana e Udine triestina. Dei, imperdibile!
Read subit The origin of Nosepolis or go to remengo! :P


venerdì 19 aprile 2019

Porconare è indice di onestà, lo dice la scienza

Gnente, sai ne piasi scominziar i articoli con un bel "lo dice la scienza".
Insoma dele some ogi gavemo trovado sto papero scientifico:


in cui i muloni dimostra che ghe xe una corelazion positiva tra l'onestà e el tirar porconi. Podè legerlo tuto strucando sul titolo. Noi gavemo leto solo l'abstract e se fidemo.
Sto studio fa el paio con quel che dimostrava che tirar porconi rilassa.
Eh gnente, bela scoperta ara. Bastava far un salto oltre Isonzo.
I furlani, popolo efficiente, lavoratore e onesto, za saveva de secoli sta roba!
Ben bon, reclam finale: a proposito de "profanity", ricordeve che xe in libreria el belissimo manuale dela boba de Borgo!


mercoledì 3 aprile 2019

La tecnica MONA è il futuro: lo dice la scienza

Niente ah, su segnalazione di Michele Zazzara che su segnalazione di Daniele Stradi ci ha segnalato sto articolo, segnaliamo anche noi che:
finalmente anche la scienza ufficiale ha sdoganato la MONA TECHNIQUE come il futuro o presente di un qualcossa che no gavemo capido ben ma no ga importansa.
Qua la prova e il link, se volete leggere voi che sè più studiai ah.



Noi ci limitiamo semplicemente a dire che sta MONA TECHNIQUE non è niente di nuovo, era già ben conosciuta fin dall'antichità qua a Trieste come semplice soluzione a tutti i mali applicabile in ogni situazione di pericolo e riassumibile nella banale formula:

"FAR EL MONA PER NO PAGAR EL DAZIO"

Abbiamo già dato istruzioni al nostro Dipartimento Legale per far causa agli scienziati che volevano brevettare questa Mona technique pensando de far i mone per no pagar el dazio. 
Ah! Ve xe andada mal!

Momento reclam finale: Ou! Ricordeve che xe pena vegnudo fora nele librerie più bobe el belissimo libro "Libero libera tutti". Lo presentemo martedi 16 aprile ale 17.30... da Libero po, in via della Risorta 7/a.
Opur podè passar sta domenica a trovarne al mercatin Barbacan Produce in Piaza Barbacan dale 10:00 ale 18:30. Gaveremo tuto con super sconti primavera: tuti i libri a 5 euri, Barkolana+Mati per Barkolana a 20 euri... festa! :)