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lunedì 24 gennaio 2022

El cantier de Ponterosso e l'arte moderna

 

Toio e Marisa sta ciacolando de arte moderna.

- Toio, te dovessi veder che bele le nove idee che ga i artisti in giro pe’l mondo: tuto ga cominciado col famoso quadro tuto bianco, con solo la cornise insoma.

- Mah, sarà…

- E dopo ga fato scola po. Xe rivade via via altre robe compagne: la television svoda, el film con solo la sigla e i titoli de coda, la chitara senza corde, i ociai senza lenti, le dentiere senza denti…

- Che artisti ara…

- Bravissimi, te digo! E dopo i ga doprado sta tecnica anche per le esibizioni. Insoma i organiza i eventi e dopo no i ghe va, e el publico riva là e no trova un clinz. Ma che genialità, che idee rivoluzionarie che i ga! Me domando come che le ghe vien. Pecà che a Trieste no gavemo robe compagne.

- Ma come no! No te legi el giornal? Sul canal de Ponterosso i ga fato! El cantier con solo l’inizio e la fine dei lavori, ma senza i lavori! Te vedi che no servi andar in giro pe’l mondo per veder sta arte moderna che te piasi tanto!

- Ah, ma che bel! Vado subito veder!




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venerdì 21 giugno 2019

Le sei tipologie di "vecia triestina"

Tratto da INPS FACTOR - I veci de Trieste, l'ultimo libro di Micol Brusaferro con pupoli di Chiara Gelmini, in libreria e online, ecco l'elenco delle sei tipologie di Vecia Triestina.
Ne conoscete altre? :)


  1. La fastidiosa: odia tutto e tutti. Batte con la scopa sul suo soffitto quando il vicino del piano di sopra cammina con le scarpe troppo pesanti. Batte con la scopa sul pavimento se quello del piano di sotto ascolta musica o se i bambini fanno rumore. Non sopporta i ragazzini sul bus, guarda con disprezzo le donne con abiti troppo corti o scollati. La trovi anche in versione “videocamera di sorveglianza”, sulla finestra di casa, a controllare la via sottostante.
  2. La metodica: va una volta al mese dalla parrucchiera, possibilmente stesso giorno e stessa ora, puntualmente chiede “qualcosa di diverso”, per uscire sempre con lo stesso taglio e la stessa piega. Prende sempre la stessa linea del bus, va sempre negli stessi negozi e al supermercato prende sempre i prodotti della stessa marca. Panico se non li trova. “La me scusi comessa, come mai no xe più quel yogurt de prugne che fa andar de corpo???”
  3. L’irriducibile: quella che dice ai nipoti “non chiamatemi nonna”. Divide il suo tempo libero tra palestra, estetista, centro benessere, usa leggins attillatissimi, tacchi alti, minigonna, trucco impeccabile, capello sempre all’ultima moda. Su Facebook è presente con selfie e foto, rigorosamente senza segnare la data di nascita. I filtri per le foto sono per lei l’invenzione del secolo.
  4. Le casalinghe: si alzano ogni giorno all’alba per “disbratar” la polvere, che spesso non ha nemmeno il tempo di attecchire o che raramente si trova tra i centrini fatti a uncinetto, sui mobili. D’inverno usa le lenzuola di flanella debitamente stirate mille volte. E se qualcuno entra in casa l’urlo è immediato: “Dopra le patine per moverte che go pena netà!”
  5. La magna magna: la sua domanda per figli, nipoti e qualsiasi persona le capiti sotto tiro, prima ancora del saluto, sarà “Te ga magnà?”, per poi dire subito “comunque te vedo sempre sai magro”. Ama cucinare, soprattutto piatti tipici triestini. Chi non ha una nonna che prepara o preparava fritole, jota, gnochi de susini, calandraca o sardoni in savor? Il suo momento di apoteosi è quando figli o nipoti vengono a pranzo. Un tripudio di cibo in quantità esagerata: “Magna picio, magna”.
  6. La nonna “take away”: versione evoluta della precedente. Nipoti e figli hanno poco tempo a disposizione, quindi la nonna cucina per ore e poi con grande precisione infila tutto in contenitori di diverse misure o nelle pentole che poi arriveranno direttamente sulla tavola dei parenti. Contenitori che andranno assolutamente riportati al mittente, per prevenire arrabbiature. “Ciò te ga ancora el mio taperuer!!!”

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giovedì 23 maggio 2019

Gli otto divertimenti dei veci triestini

Opalà! Prima anteprima da INPS FACTOR - I veci de Trieste, il nuovo libro di Micol Brusaferro con pupoli di Chiara Gelmini. Il libro lo trovate già nelle librerie più bobe oppure comodamente online a questo link.

I DIVERTIMENTI DEI VECI DE TRIESTE




1. La fila fuori dai supermercati, dal medico o dai centri commerciali prima dell’orario dell’apertura è uno dei principali intrattenimenti del mattino. Sì perché l’anziano si alza presto, molto presto. Restare a letto? Guardare la tv? Giammai, la coda è nettamente favorita.
2. Guidano ancora. Anche gli ultranovantenni. A Trieste sono centinaia ad aver la patente, nonostante l’età spesso molto avanzata. Ma uno dei passatempi adorati non è guidare, bensì pulire l’auto. Se li trovi nei lavaggi automatici dimentica di far veloce, prenditi piuttosto qualche giorno di ferie.
3. Nonni paletta. Li chiamano così, i pensionati reclutati dal Comune, che nel tempo libero si offrono di aiutare gli alunni delle scuole negli attraversamenti pedonali. Peccato si sentano investiti di un potere supremo. Quella paletta diventa un’arma, da scagliare su automobilisti o centauri che osano avvicinarsi alle LORO strisce.
4. Amano paragonare tutto a “quando iera l’Austria”, su qualsiasi cosa riguardi la città. E ovviamente il confronto col passato non regge mai.
5. La prima pagina che leggono sul giornale è sempre la stessa. Quella dei defunti, in ogni singolo dettaglio. Li vedi aprire il giornale con gioia, ed esclamare “Anche ogi no son sul giornal!”
6. Adorano segnalare tutto ciò che non va, alle redazioni, agli uffici pubblici e i più all’avanguardia anche sul web. Spesso sono problemi futili, banali, ma perché non denunciarli?
7. A Barcola d’estate giocano a carte o a “lavre”, i piattelli stile bocce, che prevedono partite talmente lunghe e combattute che il Comune ha costruito un campo ad hoc con tanto di illuminazione serale per i match più intensi, che raggiungono anche un pubblico numeroso e tifo da stadio.
8. Ma il passatempo per eccellenza, non paragonabile a nessun altro tipo di spettacolo o intrattenimento dal vivo, è l’osservazione dei cantieri. Cosa comune un po’ a tutti i coetanei in altre città. Sicuramente, insieme agli amici, esaminando gli scavi, il pensionato triestino troverà falle, cose fatte male o cose che lui avrebbe comunque fatto meglio. Molto meglio.