lunedì 16 giugno 2014

I Ciclomononi al Ciclomundi: cronache dal Festival Nazionale del Viaggio in Bicicletta

Ciclomundi, festival nazionale del viaggio in bicicletta. Figon. Soprattutto perchè, oltre ad andarlo a vedere, siamo stati anche invitati a presentare Polska... rivemo!, visto che parla proprio di un viaggio in bicicletta.

Siamo in calendario sabato 14 giugno, ore 20.30. Di sera. Beh, a questo punto possiamo prendercela comoda e arrivarci in bici. E poi c'è la partita a mezzanotte. Ok, ma dobbiamo trovare dove dormire. La rappresentanza mononica è costituita da: Diego Manna (mi, dei), Paolo Stanese e Marco Massimiliani. Michele Zazzara, l'altro autore del libro, purtroppo non ce la fa a scendere dalla Svezia. Cerchiamo amici su facebook disposti ad ospitarci a Portogruaro. A risponderci è l'organizzazione: "Ragazzi, abbiamo i materassi in palestra, potete dormire e se serve anche sbevazzare!".
Questo è proprio il tipo di risposta che volevamo sentire.

Le previsioni però sono nefaste. Trombe d'aria, tornado... a una settimana dalla partenza, questa sembrava dovesse essere la calda accoglienza. Ma bon. Non ci lasciamo intimorire e aspettiamo la mattina di sabato per decidere. Nel frattempo, si aggregano alla pedalata anche Giorgio ed Ermanno.

Sveglia ore 7.00, il tempo sembra nuvoloso andante. Ma non piove. Si parte in bici.
Ritrovo stabilito alle 8.00 in Piazza Unità. Con quarto d'ora accademico. Marco arriva alle 8.29 e trova solo Paolo. Paolo vede il sacco a pelo di Marco. Oh no, il sacco a pelo. Paolo torna a casa a recuperare il suo sacco a pelo. Arrivo io, e trovo solo Marco ad attendermi. Ah ben, per una volta non sono l'ultimo! Arriva Paolo saccoapelomunito. Alle 9.00, riusciamo a partire.
Sì ma Giorgio ed Ermanno? Già partiti, col fresco frizzante delle 7.

La strada sfila tranquilla. Tanto si va verso Portogruaro, dopo Monfalcone diventa tutto dritto. Marco è stato previdente, ha i panini già pronti. Io e Paolo siamo a secco. Sosta obbligatoria in supermercato, panini, parsuto e ciculata. E la prima radler ignorante (e calda), un must.




A Torviscosa, il sole ci abbandona. Anzi, arriva proprio il diluvio. Ci ripariamo sotto il porticato di una piccola chiesetta, giusto in tempo. Bon, pausa pranzo, tanto è mezzogiorno e comunque dobbiamo stare fermi per un po'.

Le nubi si diradano comunque in tempi brevi, più veloci dei nostri panini. Si prosegue e presto torna anche il sole, che ci accoglie a braccia aperte a Latisana. Mancano ormai pochi chilometri, è già tempo di una seconda pausa in un bellissimo parchetto con tanto di fontana.
Tra una cosa e l'altra, ci fermiamo per un'ora buona. Birre, sole, cicculata. Ripartire è difficile.

Troviamo una panchina sociologicamente interessante.


Ricapitolando: Trevi, Jona e Colonna sono tutti e tre gay e fanno robe che è meglio sian scritte in picio sulla panchina. Trevi è anche "seschi", che abbiamo interpretato come sechsi, italiano di sexy.  Poi c'è Klodis, che dovrebbe essere etero. Però è un coglione di merda. Ma la mula Chiara è così coccola che gli vuole bene lo stesso e gli mette i cuoricini. "Klodis coglione di merda sei mio" resterà negli annali come romanticismo 2.0.

Procediamo. E notiamo che le nuvole sono tutte in direione Portogruaro. Arriviamo al Ciclomundi alle 15.30. Salutiamo e 30 secondi dopo viene giù il finimondo. Via tutti. Gli stand si barricano e noi ci ripariamo sotto i portici per un'ora buona. Incontriamo Giorgio, Ermanno e Lucia, in trasferta anche loro, arrivati ben prima di noi. Ci diamo appuntamento per stasera, al Parco, su un bel palco in mezzo al verde. Intanto andiamo a lavarci e lasciare i nostri bagagli nella palestra. 

Sorpresa. Materassi veri, bagni, docce, acqua calda. Grasso el dindio! Ma, distesi per il meritato riposo, arriva la brutta notizia: il tempo non migliorerà, tutta la serata è trasferita in palazzetto, fuori dal centro.

Nel frattempo, si son fatte ormai le 18. Dobbiamo ancora cenare e caricare la presentazione per vedere se funziona tutto. Tra i posti a disposizione per il buono-cena, optiamo per la trattoria al buc. Scelta azzeccata. Il menù non è fisso, ma possiamo scegliere tra almeno dieci piatti diversi. Più la caraffa di spritz. Che presto si moltiplica.

Ci raggiunge Sara, in macchina. Ottimo, così possiamo raggiungere il Palazzetto senza fare troppa fatica.
Arrivati là, momenti di panico. Sono le 20 ormai, manca mezz'ora alla presentazione. Il computer non è collegato al proiettore. Anzi, il computer non c'è proprio. Fortunatamente, il Service si dimostra superefficiente. In 9 minuti d'orologio salta fuori un computer, lo si collega al proiettore, si prova la presentazione, funziona tutto, proviamo i tre microfoni, siamo a cavallo. Il tutto mentre stava anche provando la microrchestra che suonerà dopo di noi. Service impeccabile.

In attesa del pubblico, troviamo lì vicino un bar aperto, e lo opzioniamo per recuperare poi le birre per la partita della nazionale, visto che a mezzanotte verrà trasmessa proprio in Palazzetto.
Torniamo alla base, pronti per il nostro show, ma la gente è ancora al Parco. Aspettiamo, nel frattempo la pioggia non dà tregua. Lorenza, anima del Ciclomundi, fa la spola col furgone. Alle 21.30 tutto è pronto. C'è il pubblico. Si parte. Io, Paolo e Marco ci proponiamo di accorciare, per lasciare spazio a chi viene dopo di noi. Una signora sente, e ci apostrofa "Cossa mai! Mi son vegnuda qua solo che per voi! No stè gnanche pensarghe!". Daghe.
Eccoci.


Marco Pastonesi, della Gazzetta dello Sport, ci presenta, si informa sul dialetto triestino e sulla parola maldobrie. Il nostro Marco Massimiliani attacca. Ci siamo divisi i ruoli, lui farà il presentatore e io e Paolo racconteremo gli aneddoti, anche se poi tutti e tre avremo il piacere di ricordare l'esperienza del viaggio vissuta assieme. Tra il pubblico vedo Emilio Rigatti. Lui è uno dei tre grandi ispiratori dei nostri libri, essendo la nostra passione nata dopo aver saputo del suo viaggio con Rumiz e Altan da Trieste a Istanbul. E adesso è lì che ascolta la storia del nostro viaggio. Soddisfazioni.

La gente si diverte, apprezza la nostra autoironia. In fondo è vero, non abbiamo fatto nessuna grande impresa, anche se prima di fare il mio primo viaggio in bicicletta la reputavo tale. Invece è una cosa che si può fare con una certa facilità, e proprio il far notare la sua estrema normalità è il messaggio che vogliamo dare: chiunque può partire domani e farsi Trieste-Cracovia in bicicletta senza grossi problemi, ma con mille avventure. Come incontrare Jure, lo slovacco imbriago molesto. O Frida, la nonna slovena che tutti vorrebbero. O finire a dormire nell'ala femminile di un collegio. Da soli.

Io e Paolo ci ritiriamo "nei camerini" per vestirci da Ucio e Ciano, gli altri protagonisti di Polska... rivemo!, i due vecchi che in osmiza liberano la fantasia delle maldobrie in dialetto. E qua comincia la nostra scommessa. Come reagirà il pubblico in sala? Quanti triestini ci sono? Quanti capiranno l'ironia della storia, basata sul campanilismo tra Trieste e Udine?
Pare tanti. Sentiamo le risate. Sentiamo addirittura gli applausi a scena aperta sul quindicicalogo della Trieste friulana del futuro e sul Test di Triestinità. Soddisfazione ed emozione.
Che quindicicalogo? Questo!


La signora di prima ci regala un bellissimo complimento, apprezzato da tutti e tre: "Oltre che bravi, si vede che siete anche persone pulite".

Ci sediamo, ora tocca alla microrchestra. Tre strumenti: armonica cromatica, pandeiro e chitarra. Risultato molto d'effetto.



E poi si fa tardi, il tempo per i Tetes de Bois non c'è. Riescono comunque a mandare questo emozionante video prima della partita, con una grande interpretazione di Margherita Hack.



Inizia la partita. Non c'è la birra. Io e Paolo partiamo in missione. Ma il bar è già chiuso, disastro. Andiamo verso il centro. Torneremo dalla nostra missione a fine primo tempo, ma siamo ancora sullo 0-0.
Il resto è cronaca calcistica che sintetizzeremo con un "Bela! Ecoli là savevo mi che i ciapava el balin subito dopo! Ben cazada, 2-0, pecà che el xe cussì mona! Che traversa ciò!!!!".
Paolo intanto sfoga tutta la sua indole calcistica addormentandosi sulla sedia.

Si torna in palestra, siamo gli ultimi, alle 3 di notte.
Alle 9, saremo gli ultimi ad abbandonare la branda, con estrema fatica.
Borse pronte, si va in piazza. Sotto il sole, l'atmosfera del Ciclomundi è fantastica, viva, accogliente. Facciamo il giro degli stand, ci preoccupiamo dello sciopero dei treni, salutiamo un po' tutti e muoviamo i pedali verso la stazione, portandoci da Portogruaro un bellissimo ricordo e tanta voglia di ricominciare a viaggiare.
In bici, claro!


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mercoledì 11 giugno 2014

I dieci motivi per scegliere Trieste

Dieci motivi per scegliere Trieste.
Una recentissima pubblicazione (settembre 2009), appena scovata dai nostri ricercatori sempre all'avanguardia, ha stilato una lista di dieci punti che rendono la città di Trieste un must per i visitatori.

Il Monon Behavior Research Department non poteva perdere l'occasione per ciuciarghe schei pubblici all'ente turismo per la revisione dell'elenco, che, secondo i nostri calcoli, provocherà un boom turistico che frutterà alle casse comunali circa 5.000.000 di euri l'anno, di cui il 115% sarà indirizzato a noi quale simbolico rimborso per lo scoionamento da lavoro.

Ecco i nuovi 10 motivi per i quali visitare Trieste:
  1. Trieste è mare, mare è trieste, Trieste è amare, amare è Trieste.
    Trieste è il tuo mare, il mare è anche costa, Trieste tu mare, mia mare cossa.

  2. A Trieste c'è il Carso, con le sue bellissime manifestazioni spontanee. Ricorderemo gli endemismi delle grotte triestine, come il triplice clacson in Galleria Naturale e la ioza perpetua in Galleria de Piazza Foraggi. Senza trascurare l'altra tipica manifestazione del carsismo, le doline, come quella del buso per el Park San Giusto.

  3. Trieste, la natura si scatena. I continui tsunami estivi che interessano la zona di Barcola sono uno spettacolo unico e imperdibile. L'importanza della clanfa è stata da poco riconosciuta anche dall'Unesco, che ha esteso l'Area marina Protetta di Miramare proprio allo scopo di proteggere questa primizia triestina. No sicuro per i guati. Forsi anche per i veci che zoga a lavre.

  4. Trieste è scontrosa grazia. Immergetevi in questa frizzante accoglienza tanto cara anche al grande poeta Umberto Saba e lasciatevene travolgere. Non potrete più farne a meno. Tanto, comunque no poderè farne a meno. La scontrosa grazia vi attenderà volentieri in un qualsiasi negozio, a qualunque ora, meglio se poco prima della chiusura o la domenica, se trovè verto.

  5. La scontrosa grazia è anche ciclabile. Trieste ha così a cuore questa sua caratteristica che il Comune ha da sempre progettato Percorsi Culturali di Scontrosa Grazia, non da ultime le principali ciclabili urbane, sulle rive e a Barcola, dove, tra un'allegra pedalata e l'altra, potrete essere mandati a remengo non solo dagli altri ciclisti, ma anche dai veci a pie, da quei che speta la coriera in mezo ala ciclabile, da quei sentai ai tavolini dei ristoranti in mezo ala ciclabile.

  6. Trieste è trasporto ferroviario d'avanguardia. La città di Trieste vanta un trasporto su rotaia d'eccellenza, in poco tempo potrete raggiungere qualsiasi località di interesse turistico partendo dalla stazione.
    Stiamo ovviamente parlando del tran de Opcina per andar in Osmiza. Cos'altro c'è di più interessante da vedere?

  7. Trieste è esplosione di gusti. Non potrete resistere alla famosa jota de capuzi garbi, al panin de porzina senape e kren, ma soprattutto alla vinazza, da cui vi sarà proprio impossibile fuggire, data l'altissima densità de bareti smarzi.

  8. Trieste è architettura d'Elite. Milioni e milioni di persone visitano ogni anno l'eleganza di Melara, delle torri di Cattinara, di Monte Grisa, del Porta Cd di Piazza Goldoni. E se Pisa vanta la sua torre pendente e Monopoli il suo Vicolo Stretto, solo Trieste può sfoggiare l'unico e inimitabile Ponte Curto.

  9. Trieste città della Scienza. Università, Area, Sissa, Ictp, Ogs, IS, Monon Behavior Research Department. Trieste è l'anima della ricerca mondiale. Ma se volete trovare la vera scienza, dovrete cercarla là. Proprio là.
    Su Segnalazioni.

  10. Trieste è bestiuzze. Negli anni, l'offerta faunistica di Trieste è esplosa. Ormai non ci sono più solamente colombi, guati e cocai, ma il capoluogo giuliano può vantare la presenza di cornacchie a ufete, cinghiali scassabobi, lupi rosigacavai e da quest'anno anche orsi e, last but not least but yes beast, camosci. O forse i intendeva camogli.
    Le star assolute restano però ancora loro: i gatti, veri portatori sani (non sempre) di triestinità, un mix tra gnancapelculismo e checcoionismo saccente.

  11. Sì, undici. Perchè Trieste no ga pel cul che doveva esser dieci. Trieste è punto di incontro di culture, di etnie, di tradizioni.
    Per essere mandati a remengo non in una, ma in dieci, cento mille lingue differenti.

P.S. E' tornato il Monon Behavior in edizione ampliata e remasterizata! Lo trovate a soli 5 euri in libreria a Trieste, in Bisiacaria oppure comodamente online a questo link oppure in  versione ebook.

domenica 8 giugno 2014

Monon Behavior al Ciclomundi

Ebbene sì, quest'anno una delegazione Monon Behavior parteciperà al Ciclomundi, Festival Nazionale del viaggio in bicicletta, organizzato dalla Ediciclo a Portogruaro, per presentare al mondo el morbin de Polska... rivemo!, diario del viaggio in bicicletta da Trieste a Cracovia nonchè raccolta di nuove imperdibili maldobrie.

Sabato 14 giugno sera, alle ore 20.30, Diego Manna, Paolo Stanese e qualche altro protagonista della rumizada intratterranno il pubblico per un'ora al Parco della Villa Comunale con gli aneddoti del viaggio ma soprattutto con la lettura della maldobria della Trieste furlana del futuro, rigorosamente in dialetto triestino.
Accorriamo numerosi ciò!

Altra bella notizia, tutte le ciclo-maldobrie sono diventate anche ebook. Potete scaricare a questi link sia Zinque bici, do veci e una galina con do teste che Polska... rivemo! 



Per la cronaca, tempo permettendo, la delegazione partirà alla volta di Portogruaro in bici da Trieste sabato mattina, chi volesse aggregarsi faccia un fischio a manna@bora.la!

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venerdì 30 maggio 2014

Veci a Trieste: il giro d'Italia



Lavori per strada per el giro d'Italia a Trieste.
Pupoli. Casin. Trafico.
Habitat perfeto per i veci brontoloni.



- Ma vara ti ostregheta, i lavori in pien giorno i se meti far. Ara, ara là, che casin.
- Te sa sì. Quela coriera xe là de meza ora. Meza ora e un minuto desso, go contà! Ma cossa nassi?
- No te sa? I fa i lavori pe'l giro d'Italia!
- Ma cossa, Dipiaza no li gaveva mandai a remengo un per de ani fa?
- Eh, ma i mati xe tornai, coss'te vol che te digo...
- Mi no capisso tuta sta passion per le bici. E po' se sa, Trieste no xe una cità per le bici, xe trope erte, cossa mai i se insogna de far el giro d'Italia qua!
- Xe vero orco tron! E po' i ciclisti no ga un poco de quel che se ciama. I passa sempre col rosso, no i te dà la precedenza, i se senti i paroni dela strada.
- Una volta no i ghe gavessi lassà. Giusto ieri go visto do sempioldi in bici che andava per via Carduci un a fianco del'altro ciacolando, pulito lori. E un auto per passarli ga ris'cià de far el tiro, se capissi po'!
- Ma vara ti sti ciclisti po'. Sì ma anca i auti no xe de meno sa, se vedi certe...
- Sì sì, certe volte pur de no spetar un atimo i te ciolessi la vita. Me ricordo un meseto fa, un lole che per passar se ga rampigà sul marciapie e robe che tira soto una signora, che la ciacolava al celulare e no la se gaveva inacorto de gnente.
- Sì ma anca ela però, la ga la testa per intrigo. Tuti sempre insempiai de sti celulari cici cioci, e dopo i se fa tirar soto come pampel!
- Eh za... gnanca ai pedoni no ghe vanza... xe tanti anca che co i speta le coriere i se meti in mezo ala strada, cussì, gnanca pe'l daur!
- Le coriere... bone quele! Solo perchè le xe grande ghe par de poder andar indove che le vol... e co le se ferma ale fermate miga che le te fa passar sa, le te tien de drio, remengo suo!
- Sì vara, saria de vietar ste coriere cussì grandi. Xe che no le trova spassio ale fermate per via che la muleria balorda parchegia le motorete indove che capita, e cussì lore no le riva far manovra po'.
-Remengo anca le motorete. Biciclete e motorete. E i tricicli anca, e no parlemo po' dele mame cole carozine ciò, sempre tra i pie.
- Uh, le più pezo de tuti! Che par che le porti in giro un camion!
- Ah eco, propio quei mancava. Indove che ghe xe un camion de mezo, ghe xe sempre 'ssai ma 'ssai cinematografo.
- Tropo grandi, tropo grandi sti camion e sti auti, ostregheta! Opur sa cossa? xe le strade che xe tropo pice, saria de slargarle!
- Giusto come l'oro! Sa cossa, ghe scrivemo al Sindaco o a Segnalazioni, che poi xe compagno, che el ga de slargar le strade. Che scominzi pur subito i cantieri!
- Sì, ma no coi camion che ghe lavora però, se no sa che babilogna!
- Te ga ragion. Gnente camion. Slargar la strada, ma senza doprar camion. Ma mi fazessi anca de più. Dopo che gavemo la nostra bela strada nova, femo l'ordinanza che gnanca le coriere pol andarghe, che le xe tropo grande anca lore.
- Ben dito. E gnanca i auti, che fa tropo scandal.
- E le motorete, via anca quele!
- E le bici? No lasseremo miga che i fazi quel che i vol sula strada tuta per lori no?
- No no, cossa mai! Via bici, tricicli e mame cole carozele.
- E via anca i pedoni. Un poca de guera ghe volessi anca per lori!
- Oh là. Pensa che bel ordine che ghe saria dopo. Sta bela strada tuta granda, pacifica e silenziosa, orco tron!
- Te sa sì. Ma scolta... ma dopo cossa servissi far una strada cussì granda se nissun la usa?
- E coss'te bazili dela strada! Intanto se gavemo godù un bel cantier novo. E dopo via un altro!





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martedì 27 maggio 2014

Università dele nagane: meio tirar longhi con fiasche piene o svode?

Dopo aver presentato l'Università dei veci di Trieste, vi sveliamo anche l'esistenza dell'Università delle Nagane, i cui corsi saranno oggetto di un prossimo post.

Per oggi ci concentriamo sul primo importante paper prodotto dall'ateneo, grazie al contributo di alcuni esimi studiosi:  
Are full or empty beer bottles sturdier and does their fracture-threshold suffice to break the human skull?




Il titolo originale, poi inglesizzato, era: xe più dure le fiasche piene o quele svode? E, doprandole tipo ratapalz, se rivassi a spacarghe la testa a un mato?
La traduzione non è stata fatta in maniera letterale per la difficoltà di trovare la parola inglese corrispondente a ratapalz.

In pratica gli esimi dimostrano scientificamente che le bozze di birra da mezzo litro si rompono se sottoposte a un'energia d'impatto di 30 Joule se piene, di 40 Joule se vuote, entrambe comunque sufficienti a spacarghe la testa a un mato. 


Lo studio presenta tuttavia alcune gravi lacune:
  • Nel caso delle fiasche svode, va controllato chi la ga svodada, in base al noto terzo principio della petessodinamica: ad ogni fiasca svoda corrisponde un mato pien.
  • Non viene inoltre considerata la viariabilità della testa del mato. Oltre la fiasca, infatti, anche la sua testa pol esser svoda.
  • In ultimo, l'unità di misura dell'energia è obsoleta. Da anni a Trieste, all'avanguardia nel mondo scientifico, il Joule è stato sostituito dal Jole, definito come la quantità di energia necessaria e sufficiente affinchè el piadon tirà de Siora Jole per mandar a remengo el cocal che ghe sta inculando el panin al Pedocin risulti efficace.

Il nostro Dipartimento Scientifico chiede quindi fondi (schei, no fondi di bottiglia) per approfondire i seguenti cases study:
  • Fiasca piena vs mato pien
  • Fiasca svoda vs mato pien
  • Fiasca piena vs testa svoda
  • Fiasca svoda vs testa svoda
Non serve che ci vengano fornite fiasche svode, basta una fornitura annuale di Lasko piene. A svodarle ci pensiamo noi.


Monon Behavior in the world. La rubrica dedicata ai più importanti studi scientifici VERI che ci hanno praticamente rubato. Maledeti ciò.


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lunedì 19 maggio 2014

Le ciclo-maldobrie diventano ebook

Zinque bici, do veci e una galina con do teste, il primo libro delle ciclo-maldobrie di Diego Manna e Michele Zazzara è da oggi è anche disponibile su ebook, a 3,99 euri. Daghe!

Potete acquistarlo a questi link:
Amazon in formato kindle
Kobo

Scritto interamente in dialetto triestino, il libro è diviso in due sezioni che si alternano e si fondono tra loro, da cui il nome "ciclo-maldobrie".
La prima racconta il viaggio in bicicletta, o "rumizada", di cinque ragazzi triestini, tra cui gli autori stessi, da Trieste a Budapest. Sette giorni per 650 chilometri totali, tra cani inseguitori e tentativi di corruzione del capotreno durante il viaggio di ritorno.
La seconda sezione racconta le maldobrie di Ucio e Ciano, due anziani triestini in osmiza, che, ispirati dalle disavventure dei ciclisti, si racconteranno alcune storielle divertenti. Tra queste, la vittoria all'Olimpiade delle Clanfe di Roberto Dipiazza, che ha preceduto quindi in questa specialità l'attuale sindaco Roberto Cosolini.

Questa doppia linea di narrazione, permette al libro di presentare due tipi di dialetto, uno “più giovane”, usato nel ciclodiario in prima persona, e uno più “anziano”, usato nel raccontare le maldobrie di Ucio e Ciano in forma di dialogo. Uno degli obbiettivi del libro è infatti quello di voler illustrare l'evoluzione del dialetto triestino tra le diverse fasce di età della popolazione.

Presto diventerà ebook anche il secondo capitolo delle ciclo-maldobrie, Polska... rivemo!, libro col quale i due autori hanno recentemente ricevuto a Roma in Campidolgio il secondo premio per la letteratura dialettale al concorso nazionale "Salva la tua lingua locale".



maldobrie

sabato 17 maggio 2014

Cosolini testimonial d'eccezione dell'Università dei Veci di Trieste

Beccato!
Vi ricordate la notizia dell'importante apertura dell'Università Vecia Trieste, dedicata a chi vuole diventare vecio già prima del dovuto? E bon se no ve ricordè struchè sul link ;)

Il rettore Ciano Sporcugna ci comunica che le scorse settimane è stato tenuto un seminario pubblico extracurriculare del corso in Posturologia Cantieristica del Prof. Mandriolaschena, al fine di promuovere l'attività dell'Università dei Veci.

Il seminario, grazie alla presenza del perenne cantiere del tran de Opcina, si è rivelato un grande successo ed ha visto anche l'attiva partecipazione delle autorità locali, come si può vedere dalla foto del Piccolo.




"Il Sindaco Cosolini", dice il Prof. Mandriolaschena, "si è rivelato un ottimo studente e la sua postura cantieristica rasenta la perfezione. Per questo spero accetterà di fare da testimonial per la nostra Università".

Pare inoltre che l'Università, che sta ricevendo un imprevisto boom di iscrizioni, abbia chiesto (e ottenuto) dall'amministrazione di mantenere aperto il cantiere del tran ancora per qualche mese, in modo da potervi svolgere ancora le lezioni pratiche di posturologia cantieristica.
"Dal punto di vista accademico-didattico il sito è perfetto", illustra il rettore Sporcugna, "e la vicinanza con le osmize ci permette di poter incastrare al meglio anche gli orari dei seminari di Enologia applicata al petess, Psicologia del gnagno e Rinologia del kren".


maldobrie


domenica 11 maggio 2014

Comunicare con le scorregge: ce lo insegnano i pesci

Le scorregge come forma di comunicazione universale.
Finalmente uno dei grandi problemi dell'uomo, quello di trovare un linguaggio comune a tutto il mondo, potrebbe essere risolto.

Ecco qua infatti l'ottimo paper di Magnus Wahlberg e Håkan Westerberg, che studiano come una specie di pesci abbia sviluppato un linguaggio basato sui gas del busdel, aka scorregge: Sounds produced by herring (Clupea harengus) bubble release.

http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0990744003000172

Immediato l'interesse del sempre protpositivo Monon Behavior Research Department, che pensa che questo articolo non sia una fartalità, ma vede una chiara correlazione col precedente studio già pubblicato nel quale si dimostra che più si scorreggia, più si è intelligenti.
Essendo le scorregge, come dimostrato da Wahlberg e Westerbergche, veicolo di informazioni, è evidente che chi scorreggia di più dimostra una saggezza al di sopra della norma e vuole generosamente condividerla con gli altri.

E' dunque bene da oggi che tutti facciano più attenzione alle scorregge del prossimo, volatili ma irrinunciabili opportunità di apprendimento.


scorregge
Monon Behavior in the world. La rubrica dedicata ai più importanti studi scientifici VERI che ci hanno praticamente rubato. Maledeti ciò.


http://mononbehavior.altervista.org/polska_rivemo.html

giovedì 8 maggio 2014

Elezioni europee 2014: la candidatura del Monon Behavior

Bon, uficiale. El 25 magio nele schede eletorali ghe sarà anche el simbolo del Monon Behavior Research Deparment: giovanile Capitan Harlock imborezzato su clanfa rossa con scritta Monon Behavior.

Già all'opera i nostri talentuosi grafici e copawriter, ecco in anteprima i manifesti che vedrete affissi sui muri.










http://mononbehavior.altervista.org/polska_rivemo.html

sabato 3 maggio 2014

Il problem solving triestino

Il problem solving internazionale. Un'interessante ricerca di nosesachi ha prodotto questa guida illustrata su come le varie popolazioni risolvono i problemi. Tedeschi, inglesi, mericani, spagnoi, taliani.
Tanto per cambiar, i se gaveva dimenticà dei triestini.

Allora el sempre efficiente Monon Behavior Research Department, dopo un attento studio finanziato dalla Comunità Europea durato circumcirca un anno, ha rielaborato il pupolo, che ora si può dire finalmente completo, ostregheta.



Tra l'altro questo studio fa il paio con la precedentemente pubblicata guida al far le robe alla triestina.
Che utili che semo, ciò.

Prossimo importante progetto: dimostrar l'evidente etimologia dela parola problemone, che, al contrario de quel che tanti pensa, non xe l'accrescitivo dela parola problema, ma deriva invece dalla fusion tra la parola problema e la parola mone.
E riassumi el problem solving alla triestina: i problemi fa diventar mone dei. Andemo in osma e a tirar clanfe, viva l'A e po bon!

P.S. E' tornato il Monon Behavior in edizione ampliata e remasterizata! Lo trovate a soli 5 euri in libreria a Trieste, in Bisiacaria oppure comodamente online a questo link oppure in  versione ebook.

lunedì 28 aprile 2014

Veci a Trieste: l'Università "Vecia Trieste"

Il Monon Behavior Research Department è lieto di annunciare l'apertura della nuovissima Università "Vecia Trieste", dedicata a chi vuole diventare vecio già prima del dovuto, in barba alle regole biologiche del piffero, che noi no gavemo pel cul.


L'Università Vecia Trieste sarà ovviamente a pagamento.
Ma, non ditelo in giro, si tratta di un test d'ingresso. Solo chi comincerà subito a tazar l'anima per non pagare sarà ritenuto degno di portare a termine l'iscrizione. Gli altri dovranno attendere qualche altra primavera con il susseguente repentino abbassamento di pH.

Due i corsi di Laurea al momento attivati, asburgicamente e pedocinicamente divisi per sesso:
Corso di Laurea in Vecio triestin rompicoioni
Corso di Laurea in Vecia marantiga triestina

Questa la lista degli esami da sostenere per ciascun Corso:

Vecio triestin, curriculum rompicoioni: 

Enologia applicata al petess (Prof. Garbaucich)
Posturologia Cantieristica (Prof. Mandriolaschena)
Dizione lianta (Prof. Stipancich)
Urologia dal Molo San Carlo (Prof. Sadinapi)
Copricapistica veicolare e suoi effetti sulla guida (Prof. Cappel)
Psicologia del gnagno (Prof. Strico)
Tecniche Sardoniche a Target Putelare (Prof.a Alice Bavosa)
Nosepolismo (Prof. Paul Noseh)
Nosegamaifatismo (Nosepolismo II) (Prof. Paul Noseh)
Nogascopismo (Nosepolismo III) (Prof. Paul Noseh)
Balistica delle lavre (Prof. Piatin)
Rinologia del kren (Prof. Wasabi)

Vecia triestina, curriculum marantiga:

Etologia del cocal del Pedocin (Prof. Lorenz)
Dizione lianta (Prof. Stipancich)
Fisica Nucleare Applicata alla Gastronomia (Prof.a Tomica)
Remengologia muliebre (Prof. Motumare)
Dinamica Temporale delle Boteghe Magnative (Prof. Furia)
Gravità Newtoniana Senile (Prof. Tetekepika)
Analisi del Rapporto Volumetrico Corrieristico Muleti/Zaini (Prof. Tetris)
Georeferenziazione Puntiforme delle Clanfe Moleste (Prof. Taconetich) 
Benefici Olfattivi della Naftalina (Prof. Eau de Scaion)
Eziologia Comparata del Colpo dela Striga (Prof. Diol)
Management delle colonie feline (Prof. Rainis)


L'esame finale consiste, in entrambi i corsi, nell'arrivare in anticipo di almeno 1 ora rispetto l'orario accordato e far longhi con la commissione.

Già aperte le iscrizioni. Chi volesse iscriversi può molarne la pila appena ne beca in giro.

Libri di testo:
Ben due:





Li trovè in libreria, opur online strucando sule copertine :)


E per restar agiornado cole monade, iscrivite ala monadesletter:


martedì 22 aprile 2014

Polska... rivemo! versione italiana inizia la sua avventura al Concorso L'Albatros

Fatta la è. Polska... rivemo! è stado tradotto in lingua cussì che anche i foresti poderanno leggerlo e farsi un due ridate con tutte le monate di cui è impignito ciò.
La traduzione l'ha fatta Ciano Stipancich, il matto che parla sempre par taliano col nipote Braian. Grazie!

Scherzi a parte, Polska... rivemo! 'talian version si chiama Le Ciclomaldobrie e comincia la sua avventura al Concorso Nazionale della letteratura di viaggio L'Albatros città di Palestrina.
Di nuovo in gara quindi, dopo il secondo posto nazionale per la letteratura dialettale.
Speremo ben!

Particolarmente divertente xe sta' meter le note per le robe triestine. econe alcune:
A remengo. A quel paese, o forse un po' più in là.
Quel. Quello. Usato per indicare oggetti di cui non si ricorda il nome, come in italiano “coso”. Il quel è però più specifico del coso, perché di cosi ce ne possono esser tanti, mentre quel può essere solo che quello.
Nosepolismo. Da No se pol, non si può, tipica attitudine triestina atta a stroncare sul nascere il desiderio di cambiamento creando mille difficoltà alle persone di buona volontà. Perchè? Perchè no se pol, no se ga mai fato. Espressione diventata emblema dell'immobilismo triestino.
Panza de mòniga. Pancia di monaca. Il colore è rosa pallido, appunto perché si suppone che le pance delle monache siano sempre coperte e non prendano mai sole.
La scorèsa. Canzone (qualcuno direbbe “aria”) popolare dal tema evidente.

E bon.
Per adesso ecco le 7 copie con relativa traduzion catechizzade dalla Galina con do teste su come affrontare la sfida nel modo migliore.



Polska... rivemo!, assieme a Zinque bici, do veci e una galina con do teste, si trova in tutte le librerie più bobe di Trieste, nonchè online nella Botega dei libri triestini.
Daghe!



http://mononbehavior.altervista.org/polska_rivemo.html

venerdì 18 aprile 2014

Veci a Trieste: l'eleganza de Cosolini

Vecia a Trieste. 84 anni. Piazza Unità. 

- Chissà se qua in giro xe Cosolini...
- Pol esser, o magari el xe a qualche riunion, chi pol dir.
- La lo conossi lei? El xe bravo no?
- Bon, un poco e un poco, come tuto...
- No, no, ma digo, el podessi far de più!
- Ah sì, quel sempre, tante robe se podessi far... serar la Feriera, serar el scandal de note...
- No, no, de più digo mi! 
- Ancora de più? E cossa?
- El dovessi vestirse più elegante! 

 A Trieste, le vece sì che sa quali xe le priorità, ostregheta!
 
P.s. so che no me crederè, ma xe vera.


http://mononbehavior.altervista.org/polska_rivemo.html

lunedì 14 aprile 2014

Bora a Trieste: come misurarla col cul dei cocai

Bora e Cocai. Un classico binomio triestino. Da oggi, grazie alla ricerca scientifica, i loro destini saranno ancora più uniti, ciò.

Ecco qua infatti l'ottimo paper di B. Vonnegut che mette in relazione la forza dei tornado con la spennacchiosità delle galline: Chicken Plucking as Measure of Tornado Wind Speed.
In pratica el mato dimostra con accortezza scientifica che più il tornado suffia, più le galline ghe se spela el cul. Figon.

Ovviamente il Monon Behavior Research Department non poteva esimersi dai suoi doveri di ricerca e divulgazione scientifica, e quindi da domani sarà subito al lavoro, rielaborando questa importante scoperta georeferenziandola nell'importante Dipartimento di Ricerca Cocalica Avanzata del Pedocin, lato Babe.

Niente galline però. Per capir se xe bora, basterà vardar el cul dei cocai.
- Siora Jole, la ga visto coss'che sufia ogi ah, xe un remitur numero uno!
- Ma cossa la me ciol pel fioco? La vardi el cocal là, quante piume che el ga int'el cul! No xe più la bora de una volta!

Spugna, famoso ricercator (de vinazza) locale, mentre monitora le piume sul cul de un cocal dopo che la bora sufiava a 103,5 Km/h.

Stefano Cocal, un dei più resistenti, anche la peggior bora fadiga 'ssai a farghe el cul.

Ma tornado xe più de bora? Certo. El tornado sufia de cagarse. Ma anche la bora sufia de cagarse. Sì, ma el tornado in più gira come un zurlo.  
El tornado in pratica xe la bora co ghe gira le bale.



E per restar agiornado cole monade, iscrivite ala monadesletter:


venerdì 11 aprile 2014

Trieste e il lavoro

A Trieste ci sono tante ricette alternative alle normali soluzioni dei problemi quotidiani.
Così ache sul tema del lavoro c'è tutta una filosofia triestina da seguire per affrontare in maniera costruttiva e finalmente risolutiva il problema della disoccupazione.
Ricorderemo quindi la grande offerta di lavorare alla CDC.
Oggi invece troviamo una ricetta ancora migliore:


Più lavoro ai giovedì.
Così venerdì puoi stare a casa e cominci il weekend alla grande.
Lunedì e martedì è il post weekend, quindi è d'obbligo stare a casa.
E mercoledì è il centro della settimana, il riposo obbligato prima di affrontare la dura giornata di lavoro del giovedì.

Come al solito, Trieste sul tema del lavoro si dimostra avanti anni luce.
Grazie a Diego per la foto postada su facebook e prontamente rubada. Te devo un spritz. :D


http://mononbehavior.altervista.org/polska_rivemo.html

martedì 8 aprile 2014

In lavoro a Trieste il sistema d'allarme al Kren

Monon Behavior in the world. La rubrica dedicata ai più importanti studi scientifici VERI che ci hanno praticamente rubato. Maledeti ciò.
 
Il kren ti può salvare la vita.
Oltre a farte passar rafredor, mal de gola, sinusite e tuto in un colpo solo, ma quel za se saveva.
Come?

In Giappone, svariati sienziati capitanati da tale Goto, hanno messo a punto un sistema di allarme per allertare anche i sordi, che in caso di allarme convenzionale a sirena non potrebbero sentire:
Odor generation alarm and method for informing unusual situation.

Bravi, ne par una roba 'ssai sgaia.
In pratica, in caso di pericolo, il sistema rilascerà molecole di wasabi, che saranno immediatamente percepite da qualsiasi sistema olfattivo.

Figon.

Ovviamente el Monon Behavior Research Department ga subito visto come migliorar sto sistema. Facile.
Basta usar el kren al posto del wasabi e fata la xe. Mile volte più meo!
La sperimentazion xe za programada, panin de coto senape e kren de Robi Scussa e via. E dopo breveteremo la nostra invezion. Gavemo za pronta l'acativante grafica:



domenica 6 aprile 2014

Veci a Trieste, episode 1

Vecia a Trieste. 87 anni. Piazza Unità.

- Giovinoto, te sa chi xe la capa de Trieste, che go de parlarghe?
- Orca, no savessi, forsi la podessi parlar col sindaco.
- No, no, me servi proprio la capa... come se ciama... la Presidente del Municipio.
- Ustia, robe importanti ciò, ma Presidente del Municipio no go mai sentì...
- La prima dona dei, chi xe la prima dona, go de contarghe una mia idea per el turismo.
- Alora la podessi parlar col'assessor al turismo magari...
- Ah eco, ben fata. Anderò domandarghe chi xe la prima dona che se ocupa de turismo.
- E no la pol contarghe a lui diretamente?
- Ah no! Xe un omo, i omini no capissi gnente!

A Trieste, le Spice Girl ne fa un baffo. El Girl Power qua xe rivà 2 generazioni prima.



http://mononbehavior.altervista.org/polska_rivemo.html

giovedì 3 aprile 2014

Lasko imprinting a Trieste

Lasko vs Union, da anni il principale dualismo a Trieste.
Il Monon Behavior Research Department vi aveva già dedicato un approfondito studio scientifico, di cui ricorderemo questo importante passo:  

This pivo war became every year more and more aggressive and pupaiolic, and a lot of proverbs were created by the two fazions. Very famous are “Bevo pivo finchè vivo, bevo Laško finchè casco” or “Son felice son giulivo perchè bevo laško pivo”, “Anche Gesù da vivo beveva Union pivo” and “Pijem Laško ščijem novo flaško”. But one of these mode of dir passed the line, and incuriosited the sciementific community (cioè noi): “Te bevi Laško and te pissi Union”.

Adesso un nuovo indizio ci è stato fornito dai nostri ricercatori on the road:
un compito in classe di un giovane mocoloso, che dimostra come i triestini subiscano fin dalla più tenera età il processo di imprinting da parte della Laško.


The young mocoloso is yet impronted by Laško

La foto xe vera al 100%, per bon. TOP!


Bon, e adesso non vi resta che andare a comprare l'osmiza sul mare e regalarlo a tutti!
Se no per voi solo Lasko ridotte!

L'Osmiza sul mare lo trovate in tutte le librerie di Trieste e Bisiacaria a 10 euri.
Oppure comodamente online a questo link.
O anche in formato ebook.



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