venerdì 23 agosto 2019

A Trieste nasce la Festa del Quant'altro

Siamo lieti di comunicare (per primi perchè semo bobe) che la città di Trieste, da oggi, ha una festa in più: La festa del Quant'altro. Fortemente voluta dal Comune, è una festa che celebra questo elemento comunicativo utilizzato molto spesso per rendere più efficaci i discorsi rivolti alla popolazione.
"Fin desso iera tuti boni de usar el 'quel' nei propi discorsi", commenta Dipi, "ma è solo grazie a noi che le possibilità di parlare alla cittadinanza si sono moltiplicate in maniera esponenziale, grazie al 'quant'altro'. Questa festa è dedicata a tutti i modi di dire triestini, che sia el quel, el voio, el volentieri, el quant'altro e quant'altro."

Il quant'altro nell'epica omerica classica.

"Per accontentare tutti," continua il Sindaco, "quindi giovani, vecchi, medi e quant'altro, la festa è stata fissata il 30 febbraio, così nessuno protesterà dell'eventuale casino dei botti, mortaretti, fuochi artificali, falische e quant'altro".

Nel nostro piccolo il Monon Behavior Research Department sta già lavorando allo studio sul corretto utilizzo del quant'altro, che seguirà quello già pubblicato sull'utilizzo del quel, che è compreso nel bellissimo libro "The Origin of Nosepolis" che si trova in tutte le librerie bobe nonché online qua.
(Sì, gavemo fato reclàm za che ierimo hehehehe :D )


E per restar agiornado cole monade, iscrivite ala monadesletter:


lunedì 22 luglio 2019

Barcola: già pronti i nuovi cartelli estivi ad alto sparagno

Ignoti vandali senza un poco di quello che si chiama hanno strappato i cartelli del divieto anti-degrado a Barcola, nonostante fossero stati installati con i più moderni sistemi anti-taccheggio.
Ma poco male, anche gli eventi traumatici possono nascondere delle grandi opportunità.
Così ecco già pronti questi nuovi cartelli che proponiamo per sparagnare:
oltre al richiamo al buon costume, ecco anche la pubblicità della mostra di D'Annunzio.
Un esempio di guerrilla marketing co-branding e co-brandining che tutta Italia ci invidierebbe.
Ovviamente si possono aggiungere delle modifiche, come altre pubblicità ad amache, baveri e quant'altro.


Per evitare il danneggiamento, suggeriamo di fissarli con speciale nastro tacamachico lidl che xe in oferta sta setimana a 2,99 euri.




E per restar agiornado cole monade, iscrivite ala monadesletter:


domenica 21 luglio 2019

Decoro a Barcola: i minishorts inguinali e i top francobolli

Finalmente interviene anche Franca C. Porfirio sul tema caldo dell'estate: el poco de quel che se ciama a Barcola.
"Ai lati della scaletta, appostati sugli scogli, sadici clanfisti attendono al varco ignare signore per inondarne le acconciature quando entrano o escono dall'acqua". Ma chi xe Alberto Angela in confronto! :)





E per restar agiornado cole monade, iscrivite ala monadesletter:


venerdì 12 luglio 2019

Decoro a Barcola: nuove disposizioni

Interessante oggi sul quotidiano locale la notizia dei nuovi cartelli con la raccomandazione del comune di vestirsi bene a Barcola quando si attraversa la strada.


Nonostante la primaria importanza della tempestiva azione, è probabile tuttavia che ciò non basterà a risolvere del tutto i problemi del rione.
Perciò si sta lavorando all'ordinanza per garantire il decoro della zona, ciò.
Abbiamo in anteprima i punti di quella che sarà chiamata:

ORDINANZA FRANCA PORFIRIO


  1. Nosepol andare a ciorre il gelato in costume, come da raccomandazione precedente. Questo divieto viene esteso anche a chi che vuole ciorsi il gelato dal furgoncin de Zoldana o nei baracchini o quant'altro.
  2. Nosepol disporre i sugamani alla pene di segugio ma bisognerà seguire un ordine certificato dall'ufficio del decoro urbano, con zone riservate ai singoli colori. Solo sugamani a tinta unita quindi, gnente sghiribizi pupoloti e quant'altro.
  3. Nosepol esibirsi in tuffi che schizza, tipo clanfe, kamikaze, bombe americane e quant'altro. Se pol solo a piron, testa e, in caso di errore, panzada. Ma in questo caso serve il certificato del medico che attesta che no te son bon de far un piron o un tufo a testa altrimenti xe ciodi.
  4. Nosepol bevere acque gassate tipo radenska, rogaska e quant'altro per via che le fa tirar rutoni e no xe bel de sentir.
  5. Nosepol magnare robe tipo jota, fasoi, capuzi e quant'altro per via che le fa far rumori simili a quei dela radenska e rogaska solo del daur e no xe bel de sentir.
  6. Nosepol magnare di sera sentati per terra pizza, kebab, civapcici e quant'altro per via che non è decoroso magnare per tera e po ciama colombi e pantigane dei.
  7. Nosepol ciapare troppo sole o lampade o quant'altro perchè se no dopo xe longhi capire chi che ga de essere ciapato per il bavero e chi che no.
  8. Nosepol zogare al zogo dele lavre, briscola, tresete e quant'altro per via che dopo i fioi imparano brute parolaze dai veci che perdi e che non hanno un poco di quello che si chiama.
  9. Nosepol pissar intel'aqua del mar, dela fontana e quant'altro per via che meteremo quel cloro come intele piscine che co te pissi se colora de blu e tuti vedi e disi che no xe bel.
  10. Per garantire decoro e continuità con la precedente, anche questa ordinanza sarà graficamente sai elegante e stampata su carta di formaio certificata e plastificata e quant'altro, e tenuta suso sui pali con fascette serracavo di color bianco sobrio. Sarà raccomandato di tagliare el toco dela fascetta che vanza che se no xe bruto de veder.
Quanti nosepol ciò :)
Eh bon ah, certi di aver fatto un ottimo servizio per la cittadinanza, vi ricordiamo che il segreto dell'origine del Nosepol si può trovare nel bellissimo libro "The origin of Nosepolis" (momento reclàm), in tutte le librerie più bobe e online qua!
E per restar agiornado cole monade, iscrivite ala monadesletter:


venerdì 21 giugno 2019

Le sei tipologie di "vecia triestina"

Tratto da INPS FACTOR - I veci de Trieste, l'ultimo libro di Micol Brusaferro con pupoli di Chiara Gelmini, in libreria e online, ecco l'elenco delle sei tipologie di Vecia Triestina.
Ne conoscete altre? :)


  1. La fastidiosa: odia tutto e tutti. Batte con la scopa sul suo soffitto quando il vicino del piano di sopra cammina con le scarpe troppo pesanti. Batte con la scopa sul pavimento se quello del piano di sotto ascolta musica o se i bambini fanno rumore. Non sopporta i ragazzini sul bus, guarda con disprezzo le donne con abiti troppo corti o scollati. La trovi anche in versione “videocamera di sorveglianza”, sulla finestra di casa, a controllare la via sottostante.
  2. La metodica: va una volta al mese dalla parrucchiera, possibilmente stesso giorno e stessa ora, puntualmente chiede “qualcosa di diverso”, per uscire sempre con lo stesso taglio e la stessa piega. Prende sempre la stessa linea del bus, va sempre negli stessi negozi e al supermercato prende sempre i prodotti della stessa marca. Panico se non li trova. “La me scusi comessa, come mai no xe più quel yogurt de prugne che fa andar de corpo???”
  3. L’irriducibile: quella che dice ai nipoti “non chiamatemi nonna”. Divide il suo tempo libero tra palestra, estetista, centro benessere, usa leggins attillatissimi, tacchi alti, minigonna, trucco impeccabile, capello sempre all’ultima moda. Su Facebook è presente con selfie e foto, rigorosamente senza segnare la data di nascita. I filtri per le foto sono per lei l’invenzione del secolo.
  4. Le casalinghe: si alzano ogni giorno all’alba per “disbratar” la polvere, che spesso non ha nemmeno il tempo di attecchire o che raramente si trova tra i centrini fatti a uncinetto, sui mobili. D’inverno usa le lenzuola di flanella debitamente stirate mille volte. E se qualcuno entra in casa l’urlo è immediato: “Dopra le patine per moverte che go pena netà!”
  5. La magna magna: la sua domanda per figli, nipoti e qualsiasi persona le capiti sotto tiro, prima ancora del saluto, sarà “Te ga magnà?”, per poi dire subito “comunque te vedo sempre sai magro”. Ama cucinare, soprattutto piatti tipici triestini. Chi non ha una nonna che prepara o preparava fritole, jota, gnochi de susini, calandraca o sardoni in savor? Il suo momento di apoteosi è quando figli o nipoti vengono a pranzo. Un tripudio di cibo in quantità esagerata: “Magna picio, magna”.
  6. La nonna “take away”: versione evoluta della precedente. Nipoti e figli hanno poco tempo a disposizione, quindi la nonna cucina per ore e poi con grande precisione infila tutto in contenitori di diverse misure o nelle pentole che poi arriveranno direttamente sulla tavola dei parenti. Contenitori che andranno assolutamente riportati al mittente, per prevenire arrabbiature. “Ciò te ga ancora el mio taperuer!!!”

E per restar agiornado cole monade, iscrivite ala monadesletter:


giovedì 20 giugno 2019

Il ritorno di Puppy, il cane antimovida

E dopo un anno dalla prima segnalazione in cui Puppy il cane antimovida faceva la sua comparsa, ecco di nuovo il nostro eroe alle prese con squinzie, cbcr e cotoleri!




Momento reclàm: a proposito de movida e Nosepolis, ricordemo che in "The Origin of Nosepolis" el primo studio xe propio dedicado al triangolo dela Movida :) Dei, imperdibile!
Read subit The origin of Nosepolis or go to remengo! Nele librerie bobe e online qua.

E per restar agiornado cole monade, iscrivite ala monadesletter:



mercoledì 12 giugno 2019

Da Nunzio in Piazza della Borsa, Trieste si divide

Pupoli e longhi per la proposta di mettere Da Nunzio in Piazza della Borsa, di cui abbiamo un rendering.
Ecco l'intercettazione di un dialogo tra due veci che riassume un po' le polemiche di questi giorni.



Ucio: Ciò te ga sentido che i vol meter Da Nunzio in Piazza Borsa?
Ciano: Sì bon, che problema xe?
Ucio: Che no centra un zoca con Trieste!
Ciano: Perchè te disi?
Ucio: Perchè qua no gavemo piza, qua xe coto in crosta, jota, patate in tecia... al limite posso darghe bona pasta e ceci, ma piza no dei!
Ciano: Ciò, sa che te ga ragion! No a Da Nunzio in Piazza Borsa!

A proposito de veci: ricordeve che xe in libreria el belissimo libro INPS FACTOR - I veci de Trieste, de Micol Brusaferro con pupoli de Chiara Gelmini. O anche comodamente online a questo link.

martedì 28 maggio 2019

Platone e le mudande dele babe

Torna la moralizzatrice Franca Porfirio su Segnalazioni con questa critica della ragion mudanda :)


giovedì 23 maggio 2019

Gli otto divertimenti dei veci triestini

Opalà! Prima anteprima da INPS FACTOR - I veci de Trieste, il nuovo libro di Micol Brusaferro con pupoli di Chiara Gelmini. Il libro lo trovate già nelle librerie più bobe oppure comodamente online a questo link.

I DIVERTIMENTI DEI VECI DE TRIESTE




1. La fila fuori dai supermercati, dal medico o dai centri commerciali prima dell’orario dell’apertura è uno dei principali intrattenimenti del mattino. Sì perché l’anziano si alza presto, molto presto. Restare a letto? Guardare la tv? Giammai, la coda è nettamente favorita.
2. Guidano ancora. Anche gli ultranovantenni. A Trieste sono centinaia ad aver la patente, nonostante l’età spesso molto avanzata. Ma uno dei passatempi adorati non è guidare, bensì pulire l’auto. Se li trovi nei lavaggi automatici dimentica di far veloce, prenditi piuttosto qualche giorno di ferie.
3. Nonni paletta. Li chiamano così, i pensionati reclutati dal Comune, che nel tempo libero si offrono di aiutare gli alunni delle scuole negli attraversamenti pedonali. Peccato si sentano investiti di un potere supremo. Quella paletta diventa un’arma, da scagliare su automobilisti o centauri che osano avvicinarsi alle LORO strisce.
4. Amano paragonare tutto a “quando iera l’Austria”, su qualsiasi cosa riguardi la città. E ovviamente il confronto col passato non regge mai.
5. La prima pagina che leggono sul giornale è sempre la stessa. Quella dei defunti, in ogni singolo dettaglio. Li vedi aprire il giornale con gioia, ed esclamare “Anche ogi no son sul giornal!”
6. Adorano segnalare tutto ciò che non va, alle redazioni, agli uffici pubblici e i più all’avanguardia anche sul web. Spesso sono problemi futili, banali, ma perché non denunciarli?
7. A Barcola d’estate giocano a carte o a “lavre”, i piattelli stile bocce, che prevedono partite talmente lunghe e combattute che il Comune ha costruito un campo ad hoc con tanto di illuminazione serale per i match più intensi, che raggiungono anche un pubblico numeroso e tifo da stadio.
8. Ma il passatempo per eccellenza, non paragonabile a nessun altro tipo di spettacolo o intrattenimento dal vivo, è l’osservazione dei cantieri. Cosa comune un po’ a tutti i coetanei in altre città. Sicuramente, insieme agli amici, esaminando gli scavi, il pensionato triestino troverà falle, cose fatte male o cose che lui avrebbe comunque fatto meglio. Molto meglio.


giovedì 9 maggio 2019

Dieci cose da fare a Trieste con la pioggia

Gnente, se no savè cossa far in sta giornata de piova, eco qualche sugerimento:
  1. Pensar che forsi co i disi che Trieste xe in Friuli un poco i ga ragion.
  2. Lamentarse che te ga lavado l'auto ieri anche se no xe vero.
  3. Pregar che no rivi un refolo de bora a imberlarte l'ombrela.
  4. Molar el scooter, cior l'auto, restar incugnai intel trafico e porconarghe a tuti quei che ga molado el scooter e ciolto l'auto.
  5. Domandarse come se disi "trombini" in lingua.
  6. Andar a tirar svise sul curvon del'Italcementi.
  7. Scriverghe a Segnalazioni che i tombini xe incugnai.
  8. Ricordarse che tua nona te diseva sempre "piovi, la gata fa i ovi" e ti no te ga mai capido cossa vol dir.
  9. Far sci nautico intorno ai alberi de Nadal de Piaza Unità.
  10. Serarse in casa a leger "Le disgrazie del tran de Opcina" (reclam subliminale)


Per restar agiornado iscrivite ala Monadesletter metendo la mail qua soto :)



lunedì 29 aprile 2019

Trieste vietata ai furlani

La notizia di oggi è che la città di Trieste sta seriamente pensando di negare l'accesso a Trieste ai nati in Friul.
"Non si tratta di discriminazione" spiega il comitato proponente, "semplicemente vogliamo tutelare gli amici friulani dall'indole sfruttatrice triestina, che li farebbe lavorare sottocosto approfittando del loro noto zelo lavorativo e spirito di sacrificio."
Ancora al vaglio le posizioni dei goriziani e pordenonesi, che dovranno superare un test di triestinità (ovvero non fare il test, altrimenti mostrerebbero troppo zelo). Totalmente indifferenti i carnici, che no ga pel cul e se godi la montagna.
Va ben va ben scherzemo dei. Viva i furlani, i migliori vicini possibili :)

Reclàm imancabile finale: su "The origin of Nosepolis" ghe xe un importantissimo studio internazional su cossa podessi nasser se Trieste diventassi furlana e Udine triestina. Dei, imperdibile!
Read subit The origin of Nosepolis or go to remengo! :P


venerdì 19 aprile 2019

Porconare è indice di onestà, lo dice la scienza

Gnente, sai ne piasi scominziar i articoli con un bel "lo dice la scienza".
Insoma dele some ogi gavemo trovado sto papero scientifico:


in cui i muloni dimostra che ghe xe una corelazion positiva tra l'onestà e el tirar porconi. Podè legerlo tuto strucando sul titolo. Noi gavemo leto solo l'abstract e se fidemo.
Sto studio fa el paio con quel che dimostrava che tirar porconi rilassa.
Eh gnente, bela scoperta ara. Bastava far un salto oltre Isonzo.
I furlani, popolo efficiente, lavoratore e onesto, za saveva de secoli sta roba!
Ben bon, reclam finale: a proposito de "profanity", ricordeve che xe in libreria el belissimo manuale dela boba de Borgo!


mercoledì 3 aprile 2019

La tecnica MONA è il futuro: lo dice la scienza

Niente ah, su segnalazione di Michele Zazzara che su segnalazione di Daniele Stradi ci ha segnalato sto articolo, segnaliamo anche noi che:
finalmente anche la scienza ufficiale ha sdoganato la MONA TECHNIQUE come il futuro o presente di un qualcossa che no gavemo capido ben ma no ga importansa.
Qua la prova e il link, se volete leggere voi che sè più studiai ah.



Noi ci limitiamo semplicemente a dire che sta MONA TECHNIQUE non è niente di nuovo, era già ben conosciuta fin dall'antichità qua a Trieste come semplice soluzione a tutti i mali applicabile in ogni situazione di pericolo e riassumibile nella banale formula:

"FAR EL MONA PER NO PAGAR EL DAZIO"

Abbiamo già dato istruzioni al nostro Dipartimento Legale per far causa agli scienziati che volevano brevettare questa Mona technique pensando de far i mone per no pagar el dazio. 
Ah! Ve xe andada mal!

Momento reclam finale: Ou! Ricordeve che xe pena vegnudo fora nele librerie più bobe el belissimo libro "Libero libera tutti". Lo presentemo martedi 16 aprile ale 17.30... da Libero po, in via della Risorta 7/a.
Opur podè passar sta domenica a trovarne al mercatin Barbacan Produce in Piaza Barbacan dale 10:00 ale 18:30. Gaveremo tuto con super sconti primavera: tuti i libri a 5 euri, Barkolana+Mati per Barkolana a 20 euri... festa! :)

martedì 26 marzo 2019

Babe moderne vs Quel che se ciama

Torna Franca Porfirio su Segnalazioni, con un'importante invettiva contro la dissolutezza della muleria moderna, in contrapposizione all'amor cortese della Trieste Teresiana e del poco de quel che se ciama.


giovedì 21 marzo 2019

Il nuovo piano del traffico di Trieste

Grazie al nostro dipartimento di ricerca avanzata, che ricicla i tochi che ghe vanza ai altri e no se buta via niente, siamo già in grado di pubblicare in anteprima il nuovissimo piano del traffico di Trieste, elaborato dopo aver analizzato il lavoro degli intervistatori, il cui compito era di sondare il volere popolare dei cittadini del capoluogo giuliano.
Eccolo! Ovviamente in triestino, perchè cussì ga risposto i intervistai.



1. No pedoni che i va in giro col'aquilon e i se buta in mezo ala strada come mone.
2. No bici che Trieste no xe per bici.
3. No scooter che i te passa sula destra e i se infila in tuti i busi.
4. No moto che le se porta via tropo spazio co i parchegia.
5. No auti che no i se ferma mai sule striche e i xe aroganti.
6. No furgoni che dopo i se ferma par tuto e i bloca tuto e che i vadi a remengo.
7. No camion che i xe pericolosi e po che i vadi sui treni dei.
8. No coriere che dopo i muleti va su col ruksac e i intriga, i muloni no se lava, i veci ghe la buta ale mulete e i migranti se ruba el wifi.
9. Sì tranvai ma xe sempre roto quindi no tranvai. Momento reclam: xe pena vegnudo fora el belissimo libro Le disgrazie del tran de Opcina, corè ciorlo in libreria che merita!
10. No parchegi a pagamento.
11. Sì parchegi a gratis per tuti. Ma senza che dopo la cità diventi un unico grande parchegio. El giusto, in modo che se trovi parchegio. Ma no per i altri. Per mi co devo andar zo in cità. Che sia parchegi, ma che i sia sempre liberi, insoma.
12. Sì multe per chi no rispeta i 11 punti precedenti. Ma multe dade con testa, no che i me multi a mi se fazo una dele monade qua de sora.

Ben bon, finalmente un piano del traffico voluto dalla popolazione! Ma funzionerà? Bu. La risposta al libro dele risposte triestine (reclam subliminale): se stava meo co se stava pezo!


mercoledì 13 febbraio 2019

Come diventar una boba de Borgo: abbigliamento

Finalmente xe in libreria el manuale dela boba de Borgo, de quele legere (ah no! de quele bobe!) de Flavio Furian e Maxino e con la copertina boba de Paolo Pascutto.
Se pol ciorlo anche comodamente online sula botega boba.
La presentazion sarà martedì 19 febbraio, alle 18, presso il Thelma Louise Bar in Piazzale Rodolfo Sartori, 7 a Borgo San Sergio ( e dove se no?).

Eco un'anteprima ah ciò! :)

ABBIGLIAMENTO

Per diventare una vera Boba de Borgo, il vestiario è un punto cruciale. Nessuna boba è alla moda. La boba è sopra la moda.

VESTIARIO INVERNALE
Occhiale a goccia, nero, leggermente unto. Non tanto da precludere la vista del mondo esterno, ma sufficiente da essere apostrofato con “Ara! Che onti!”.
Giubbotto in simil-pelle marrone logorato dal tempo e dall’esperienza. Le movenze spesso rigide della boba dipendono anche dalla durezza ormai raggiunta dall’indumento.
Maglietta o camicia assolutamente a casaccio. La boba quando si trova davanti al suo armadio esclama “Me meto un random” ed estrae ciò che capita.
Pantalone scuro per prevenire eventuali minzioni involontarie durante l’assunzione di bevande.
Scarpa alta di qualità. Gli unici soldi posseduti dalla boba vengono spesi in stivaletti tutti uguali. Unica variabile accettata è la lunghezza della punta. Anche per questo motivo, spesso, il reparto “stivaletti bobe”, si trova vicino al reparto pinne nei negozi sportivi.

VESTIARIO ESTIVO
Vedi vestiario invernale.
N.B. Se il caldo risultasse eccessivo, a malincuore, la boba può rinunciare al giubbotto in pelle. Anche se, per codice deontologico, ha comunque l’obbligo di averlo a portata, nel raggio di massimo 200 metri. Che no se sa mai.