Allora muleria!
Come forse già saprete abbiamo appena pubblicato, prova tangibile del nostro collaborazionismo con i furlani,
IL LIBRI DES RISPUESTIS FURLANIS.
Autori i
Felici ma furlans, garanzia di furlanità DOC, e pupoli di
Andrej Praselj, la mente del tutto, già autore del
LIBRO DELE RISPOSTE TRIESTINE.
La presentazione ufficiale (ma lo trovate già in libreria a 5 euri) si terrà lunedì 5 novembre alle 18 al Cemut, in via dei Capitelli 11, a Trieste.
Per l'occasione, Andrej Praselj sarà processato per alto tradimento alla triestinità.
In realtà, il nostro malvagio piano, ma no steghe dir ai furlani, era di usare il libro da novelli Ulisse come un cavallo di Troia, farlo entrare nel territorio transisontino, guadagnarci la fiducia del nemico e poi spalancare le porte alla conquista triestina del Friuli.
Ma qualcosa è andato storto:
il libro delle risposte friulane piace anche ai triestini!
Ciò, anderà a finir che invece de invader, saremo noi invasi dela cultura friulana! Ce robis!
Bon, vonde monadis.
Tutto questo per dirvi che, giustamente, non tutti i triestini possono capire tutte le risposte friulane del libro. E quindi ecco qua la traduzione delle frasi più difficili, con anche la spiegazione a cura del gentilissimo Prof. Associato di Furlanologia Applicata Giovanni Del Rosso.
BUTILE IN STAIARE
La Staiare è un vecchio ballo austroungarico. Significa quindi “buttala in festa” col significato di “buttare in vacca” una situazione che avrebbe invece richiesto impegno o compostezza. Più spesso viene declinato alla prima persona plurale “Butinle in Staiare!”
TI MANCJARES DOME CHEL
Banalmente “Ti mancherebbe solo quello”. Puoi attribuirgli tutti i significati che gli attribuiresti anche in italiano, tipo: “hai già tante sfighe..ti mancherebbe solo quella”.
ZONTE UN TICHININ DI CUINCE
Letteralmente: “aggiungi un po' di condimento”.
ASTU DI INSEGNA IL CUL A CAGA?
Letteralmente: “Devi insegnare al culo a cagare?”. Nel senso di “non insegnare qualcosa a qualcuno la conosce già meglio di te”.
MIOR UN LAT CHE CENT MANDATS
Letteralmente: “Meglio uno andato che cento mandati”.
VIOT DI VIODI
Letteralmente: “Vedi di vedere”. Con questa espressione, vagamente minacciosa, intendi raccomandare ad una persona di stare attento, di agire con cautela ed oculatezza.
FOLC CHE TI TRAI!
Questa me la diceva sempre mia nonna Rina. Significa: “che ti colpisca un fulmine!”.
VUL BIGHE NO CJAVEI
Letteralmente: “ci vuole il c***o, non i capelli”. Si intende che per piacere ad una donna è più utile avere un c***o enorme che una bella chioma. Traslando il significato significa che per raggiungere uno scopo o fare bene qualcosa è bene concentrarsi sulle cose importanti e non su cose superficiali.
OLSE
Letteralmente: “Osa” voce del verbo osare declinato al modo imperativo singolare.
MANCUL MAL
“Meno male”
PANDOLO
Un pandolo è un babbeo, persona goffa e tonta.
NO STA A MOVI PUCIS
Letteralmente: “Non muovere puzze”. Il significato è sia quello del detto “non svegliare il can che dorme” che quello di non “seminar zizzania”.
PO NO PO
Espressione moltiplicabile quasi all'infinito in “Po no po po” o “Po non po po po” e così via. Si usa quando qualcuno mette in dubbio una tua affermazione, tipo “cosa? No? Non è forse così?”
CUMO' DAURMAN O SUBITE?
Letteralmente: “adesso, immediatamente o subito?”. Si pone ironicamente al proprio interlocutore la scelta tra 3 termini che significano la stessa cosa. Non c'è scelta, comincia subito a darti da fare.
PO SI SA PO
Si usa quando l'interlocutore dice qualcosa di esagerato, incredibile oppure inaccettabile, esprimendo così la tua contrarietà. Esempi: “dopo aver fatto quello dovresti anche aiutarmi a fare quell'altro – EEEEH...PO SI SA PO!”. “Ho visto un orso volare – EEEEH PO SI SA PO!”.
In definitiva potrebbe essere tradotto (non letteralmente) con “e poi cosa?”.
SU PO!
Esortazione utilizzabile in mille contesti diversi: “Su! Coraggio! Dai! Su po!”
POS CRODI
Letteralmente “posso credere”. Si usa più che altro in senso ironico, quando si è scettici nei confronti del verificarsi di un fatto. Esempio: “forse l'Udinese arriverà in Champions – EEEEH POS CRODI!”
TO AGNE
Letteralmente: “Tua zia”. Si usa per liquidare sbrigativamente ed in senso negativo una richiesta che non si intende esaudire. Esempio: “Mi presti l'auto? - To agne”. Curiosa la variante con la gibbosi “To agne gobe”.
LASSE BOLI
Letteralmente: “lascia bollire” nel senso di “lasciar perdere/lasciar stare/non intervenire”.
PICJITI
Letteralmente: “impiccati”. Nient'altro da aggiungere.
PIES LA GOLE DE PICE
Letteralmente: “peggio la gola del prurito”.
PO SI PO
In effetti è identico a PO NO PO...però lo si usa solo se il tuo interlocutore incredulo, anziché dirti che non ti crede, ti chiede una conferma. Esempio: “ma sei sicuro di quello che hai detto? - PO SI PO!”
GJOLT!
Godi! (voce del verbo godere, imperativo singolare).
SAIO JO?
Letteralmente “Lo so io?” sottintendendo che la risposta sia NO. Quindi significa “non lo so”
NO VUSTU?
Letteralmente “Non vuoi?” si intende “Vuoi che non sia così?”. Esempio: “l'Udinese si salverà quest'anno? - Certo che si...no vustu?”.
NO SAIO?
Letteralmente: “Non lo so?” nel senso di “Vuoi che non lo sappia?”.
NICITI
Sbrigati – spicciati – muoviti.
SPESSEE
Sbrigati – spicciati – muoviti
UN TICHININ DI SNAIT
“Un pochino di ingegno”.
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