martedì 8 luglio 2014

Guida alla scontrosa grazia

Trieste ha una scontrosa
grazia. Se piace,
è come un ragazzaccio aspro e vorace,
con gli occhi azzurri e mani troppo grandi
per regalare un fiore;

ma che sa benissimo come
mandarte in mona de tu mare.

[credo che qualcossa de simile lo gabi scrito su fb Andrea Rodriguez o Elisa Russo o Francesca Delise, no so, paleseve, e se no depositerò mi el copyright :P ]

Il triestino e il suo dialetto comunemente non spiccano in quanto a eleganza. Allora ecco che finalmente i nostri ricercatori setacciatori de robe sul web hanno trovato la soluzione al problema, ciò che infonderà in ciascuno di noi un poco de quel che se ciama: la guida alla scontrosa grazia triestina.

Davide Cappelli, sul suo triestinblog, ci spiega così come donare aulicità ale parolaze triestine.
Eccone alcune (le altre a questo link):


Coleomorfo ("mona")
"κολεός", in greco antico, significava "guaina", "fodero" (in latino la medesima cosa era indicata con la parola, ai nostri coevi ben più familiare, di "vagina"), e benché paradossalmente vi derivi l'epiteto di "coglione", è relativo all'organo sessuale femminile. "μορφή", invece, significa "forma", pertanto "dalla forma di vagina". Bisogna però capire bene se la "mona", come la "fica", corrisponda al dotto vaginale oppure alla vulva. In quest'ultimo caso si potrebbe usare la parola latina "cunnus" (a sua volta derivante dal non tanto benevolo "κυνή", "cagna"..), ipotizzando il termine "cunniforme". Ritornando al greco sarebbe plausibile applicare il suffisso -onte (più o meno dal participio presente del verbo "ἐστὶ", "essere") ottenendo "coleonte" ("che è vagina"..).

Coprofago ("magnamerda") In realtà la Coprofagia umana è un vero comportamento che si inscrive in un quadro clinico psichiatrico di tipo schizofrenico in cui i soggetti si nutrono ("φαγειν" significa "mangiare" in greco antico) di escrementi ("κοπρος"). Al di là dell'accezione medica, però, il termine può essere impiegato come epiteto per descrivere una persona in grado di sortire disgusto e disapprovazione in chi la incontra. Si noti pure come, senza andare a scomodare le teorie dello sviluppo freudiane, l'idea stessa di nutrirsi delle proprie feci non soltanto è molto riprovevole ma riporta anche a fantasie infantili e di base (regressione). Uno degli scopi dell'uso di tale epiteto è dunque anche quello di instillare nel destinatario un senso di inadeguatezza alla situazione contingente.

Coprolalo ("..che disi stronzade..") Anche per la Coprolalia è possibile tirare in ballo i disturbi psichiatrici. In effetti ci sarebbe un termine anche più tecnico per descrivere le persone che non si trattengono dallo sparlare ("λαλια") su cose false ("ψευδα"); peraltro la vera Coprolalia riguarda proprio il dire cose scurrili (Sindrome di Tourette). Non di meno l'impiego, ancorché fuori dell'ambito clinico, del termine coprolalo appare certamente più adatto ai tempi e suggestivo nel descrivere una nota tipologia di individui.

Usando sempre lo stesso tema copro- è possibile costruire altre parole come Coproprosopo ("faccia de merda"), o meglio la forma contratta Coprosopo, dal greco antico "πρόσωπον" ("volto"), Copromorfo ("simile alla merda" e quindi "stronzo"), "Copronte" ("che è merda") e tante altre..

[continua...]


Ecco, non è molto più grazioso, scontrosamente restando, dire "coleomorfo de copromorfo coprofago coprolalo" piuttosto che "mona de stronzo magnamerda sparastronzade"?

Sì bon, ma perchè ghe xe la foto dela statua de Joyce se la poesia xe de Saba? Cussì, per coprolalar in alegria e per far un poco i coleomorfi.

P.s. Davide disi che presto sarà pronta la pronta anche la "second edition" con chicche come "Proctofragia" ("spaccar el cul")


2 commenti:

  1. Posso suggerir Orchitoclasta? Da "orcheis" che significa testicolo e "klao" = rompo (tipo iconoclasta)
    Dare a qualcuno dell'orchitoclasta è molto più fine che dirgli che è un rompicoglioni ;-)

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    1. Azz... gò visto adesso che Davide lo gaveva za inserì... E mi che pensavo de aver trovà qualcossa de originale :-(

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