domenica 29 giugno 2014

Imbriaghi senza bever: la sindrome da autobirrificio

Quante persone sembra imbriaghe anche co no bevi? No xe perchè i tien sconta la fiasca, ma xe propio una condizion (purtropo) rara: la sindrome da autobirrificio.
Ecco un paper che studia il fenomeno, ciò:



Allora, le cronache riportano il caso di un texano ubriaco per cinque anni di fila, anche senza bere. Ovviamente, nessuno gli credeva e si pensava fosse un "closet drinker". Che, per i non anglofoni, in pratica è un "petesson de scondon".
Finchè non si è scoperto che in realtà era il suo stomaco che produceva alcol, a causa di un'eccessiva presenza al suo interno di un lievito, Saccharomyces cerevisiae. Quel solito dei. Figon. L'automicrobirrificio.

Poi quei mone ga pensà ben de curarlo, e adesso per imbriagarse ghe toca de novo spender un mucion de bori. Quando la scienza non aiuta le persone.

Il Monon Behavior Research Department, invece, certo di fare un grande servizio alla cittadinanza, sta già sperimentando come favorire la cultura della coltura del lievito negli stomaci dei triestini, progetto che andrà sotto il nome di Autonomia Petessona - Orgoglio Bevandela Interiore - il Saccharomyces è mio e lo gestisco io.



P.S. Ricordeve che el libro con più monade scientifiche triestine xe The origin of Nosepolis! Corè ciorlo :)

E per restar agiornado cole monade, iscrivite ala monadesletter:


giovedì 26 giugno 2014

Monon Behavior su Tele4

Ed eccoci in onda su tele4 :)
A parlare di Polska... rivemo!, Monon Behavior, Olimpiade dele Clanfe e Rampigada Santa.
Ben dei.
Va ben, per chi no ga voia de vardar tuto, riassumeremo così:

- ciò come iera?
- bel dei
- e come xe andà?
- ben
- e cossa gavè fato?
- niente.

oh yeah.



mercoledì 25 giugno 2014

Italia al Mondiale 2014: le pagelle

Ecco. Apriamo una parentesi calcistica dedicata all'Italia al Mondiale 2014. Ma con numeretti, in modo che sembri comunque una roba scientifica.



Dopo la deludente partita contro l'Uruguay, è tempo di tirare le somme per l'esperienza degli azzurri in Brasile.
Ecco dunque le pagelle stilate dal Monon Behavior Research Department, baloner per baloner:

1. Buffon: bravo, niente da dire. Uno degli unici a crederci sempre fino in fondo, e sempre protagonista di interventi epici. Ma questo paese alla deriva no ga pel cul la meritocrazia da almeno 20 anni. Quindi, 2 partite perse su 2, 2 balini ciapai, fa pensar che porti sfiga. E quindi picon: 3

2. De Sciglio: boh, senza colpe, senza pregi. Sicuramente un terzino non a livello della scuola Maldini, Grosso, Zambrotta... 6 politico

3. Chiellini: il suo mondiale comincia con l'inserimento nella lista dei calciatori più brutti. Ben dei. E si conclude facendosi mordere la spalla dal fratello sbonfo di Cip e Ciop (chi volesse ripetere la fatality di Suarez su Pes: basso, basso, alto, alto, x e quadrato assieme). 5

4. Darmian: va su Adobe Photoshop, apri il file "De Sciglio", inverti orizzontalmente. 6

5. Thiago Motta: Centrocampista dall'agilità di un gatto (purtroppo Garfield) che naviga per il campo emulando Internet Explorer. Deve ancora caricare la pagina iniziale della prima partita... mentre scriviamo sta esultando per il goal di Balotelli. 2

6. Candreva: no stemo scherzar dei.

7. Abate: oh yeah (sì proprio oh yeah, nel senso oh yeah, l'insulto di Monkey Island. Usando il quale però perdevi sempre). 5

8. Marchisio: sarebbe anche uno dei più positivi, ma ostregheta, si fa espellere senza nemmeno fare fallo. Da un'Italia catenacciara della vecchia scuola Vierchowod-Pasquale Bruno ci aspettavamo minimo due avversari in barella per ogni cartellino giallo. Malon. 4

9. Balotelli: deludente. Non mostra gli addominali dando il via alla serie di fotomontaggi demenziali, non tira freccette agli avversari dando il via a cori ultras a lui dedicati, non fa niente di niente. E che balle ciò. A sto punto inutile portarselo in giro. 2

10. Cassano: ah, lui ci piace. Il vero numero 10 maradoniano da fine carriera. Panzetta, scatto solo se il pallone è a una distanza minore o uguale a 50 centimetri, numeri da fermo. Anche lui propone movenze da felino scazzà. 5

11. Cerci: ma bon dei.

12. Sirigu: con lui in campo Italia a punteggio pieno. Ah ma sì, abbiamo detto che no gavemo pel cul la meritocrazia. Picon anche per lui, sulla fiducia. 5

13. Perin: te sa sì.

14. Aquilani: eccolo, ex Triestina. In panca tutto il mondiale. Pecà. 10, per movimentar

15. Barzagli: senza infamia senza lode. Che bale. 6

16. De Rossi: anche per lui mondiale noioso. Ci si aspettava almeno qualche perla di romanità, invece niente ciò, anche questo è un sintomo di questo paese alla deriva. 5

17. Immobile: ma perchè? Ma perchè? La velocità di Windows Vista unita all'agilità di Windows 2000. Input pallone in verticale. Output inchiodarsi. Input passaggio corto. Output inchiodarsi. Input palla filtrante solo davanti al portiere. Output bestemmie. 3

18. Parolo: per una lettera non ha il nome di un vino. Qualità. 7

19. Bonucci: o Barzagli? Bu. Copy & Paste. 6

20. Paletta: ecco, lui vince. E' uno di quei giocatori che fanno la storia dei mondiali. A cosa servono i mondiali? A cercare i personaggi particolari in tutte le squadre. Robe tipo Higuita, Walderrama, Campos, Davids, Caniggia, il codino di Baggio, la barba di Batista. Robe così. Il mondiale 2014 sarà ricordato come il mondiale dei fighetti. Addirittura il Brasile, che di solito regalava storie di giocatori nati poveri e cresciuti giocando a calcio sulle spiagge è carico di fighetti. Si salva solo Marcelo-Ficarra.
Paletta stravince con la sua pettinatura. E tutti a criticarlo, e lui gnanche pel cul. Epic win. 11

21. Pirlo: e bon, intoccabile. Ha anche imparato a calciare le punizioni facendo il tiro a effetto alla Holly Hutton. 7

22. Insigne: mmmm. Ecco, appunto, discorso opposto di Paletta. Timbri a manetta, pettinatura fighetta. Ma che cacchio dei. Omologazione del baloner contemporaneo. 1

23. Verratti: la sorpresa, el muleto. Bravo, e col giusto morbin per dare anche spettacolo. 8

Prandelli: bene per aver provato a riportare l'Italia alla vecchia scuola catenacciara fin dalle convocazioni (punte? cossa xe sta roba?). Benino anche nella distribuzione random delle colpe: arbitro, orario delle partite. Bisogna lavorarci ancora un po' però, magari chiamando in causa il pubblico, il prato, la bora a Trieste, il Cristo Redentore... 8

Rai: andè cagar. Dov'è finito Pizzul? E le cronache romantiche? Perchè nessuno ha più il problema di girarsi? Ndemo dei! Prossimo mondiale telecronache da casa Pizzul via Skype! 0

mercoledì 18 giugno 2014

L'Università delle nagane

Dopo l'Università dei veci, ecco finalmente aperta anche l'Università delle Nagane, nata dalla fusione tra la ex Università delle Bobe e la ex Università delle Legere.

La fusione tra i due istituti triestini, che da secoli godevano di gran prestigio internazionale, si è resa necessaria dopo i recenti tagli del Ministero della Pubblica Istruzione. Soldi che tuttavia sono stati semplicemente reindirizzati al Ministero della Pubblica Distruzione, che ha così potuto pagare le spese di trasloco all'Università delle Tare, da oggi sita in Coroneo, dove troppo spesso i suoi migliori studenti venivano trattenuti, non potendo così seguire le lezioni e privando quindi il nostro Paese di giovani dal potenziale futuro brillante.


I requisiti per l'iscrizione all'Università delle Nagane sono:
  • Licenza elementare de Mocoloso o attestato equivalente de Cagainbraghe, rilasciato dalla Scuola Privata De Stronzettis.
  • Licenza media secondaria inferiore de Buloto o diploma declamato ma inesistente de Blagher.
  • Almeno 1 precedente per longhi con un Marzo o, in caso di irreperibilità dell'individuo in oggetto, con un Smarzo o un Sbregà.
  • Almeno 1 ricovero per coma etilico o, in alternativa, il riconosciuto status de Gencon.
Costituirà inoltre titolo di merito durante le selezioni:
  • Non possesso di diploma di maturità perchè in forte contrasto con el no go pel cul adolescenziale che dovrebbe contraddistinguere una vera potenziale Nagana.
  • Fisicità diversa dal LEM per almeno una caratteristica su due
  • Non presentarsi alle selezioni perchè no xe coioni. Farà fede la domanda d'ammissione, se non compilata in tutte le sue parti.
 
Questo il piano di studi, valevole anche per la sezione femminile delle Ranzide:

Sintomatologia onirica del spritz dele oto (Prof. Incatramois)
Sociologia del spritz dele diese (Prof. Minà)
Gastrodinamica del spritz de mezogiorno (Prof. Garbaucic)
Posologia alimentare del spritz de pranzo (Prof. Imbriag Hellen)
Equilibrismo deambulazionale de tuti i spritz dopo (Prof. Sbrumereaux)
Logospecificità del porcon intercalare (Prof. Sacramen)
Diplomazia dei longhi (Prof. Poopolee)
Politica postparlamentare dei pupoli (Prof. Longhee)
Disciplina del scagaz (Prof. Remitur)
Cinetica dinamica del ratapalz (Prof. Sac a'Gnade)
Armonizzazione cocleare del rutto (Prof. Belchiorre)
Logistica sangiacomina dele betole (Prof. Mezerco)
Molteplicità geometrica della clanfa taconeti (Prof. Sifonella)
Efficacia della contrazione linguistica nel turpiloquio (Prof. Motumare)
Mimetismo lavorativo (Prof. Noxecojoni)

Il diploma di laurea potrà essere ritirato una volta completati tutti gli esami. O prima, se vi sentite già abbastanza nagane da prendervelo a forza.

Libro di testo: beh, ovviamente il manuale della boba de Borgo.




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lunedì 16 giugno 2014

I Ciclomononi al Ciclomundi: cronache dal Festival Nazionale del Viaggio in Bicicletta

Ciclomundi, festival nazionale del viaggio in bicicletta. Figon. Soprattutto perchè, oltre ad andarlo a vedere, siamo stati anche invitati a presentare Polska... rivemo!, visto che parla proprio di un viaggio in bicicletta.

Siamo in calendario sabato 14 giugno, ore 20.30. Di sera. Beh, a questo punto possiamo prendercela comoda e arrivarci in bici. E poi c'è la partita a mezzanotte. Ok, ma dobbiamo trovare dove dormire. La rappresentanza mononica è costituita da: Diego Manna (mi, dei), Paolo Stanese e Marco Massimiliani. Michele Zazzara, l'altro autore del libro, purtroppo non ce la fa a scendere dalla Svezia. Cerchiamo amici su facebook disposti ad ospitarci a Portogruaro. A risponderci è l'organizzazione: "Ragazzi, abbiamo i materassi in palestra, potete dormire e se serve anche sbevazzare!".
Questo è proprio il tipo di risposta che volevamo sentire.

Le previsioni però sono nefaste. Trombe d'aria, tornado... a una settimana dalla partenza, questa sembrava dovesse essere la calda accoglienza. Ma bon. Non ci lasciamo intimorire e aspettiamo la mattina di sabato per decidere. Nel frattempo, si aggregano alla pedalata anche Giorgio ed Ermanno.

Sveglia ore 7.00, il tempo sembra nuvoloso andante. Ma non piove. Si parte in bici.
Ritrovo stabilito alle 8.00 in Piazza Unità. Con quarto d'ora accademico. Marco arriva alle 8.29 e trova solo Paolo. Paolo vede il sacco a pelo di Marco. Oh no, il sacco a pelo. Paolo torna a casa a recuperare il suo sacco a pelo. Arrivo io, e trovo solo Marco ad attendermi. Ah ben, per una volta non sono l'ultimo! Arriva Paolo saccoapelomunito. Alle 9.00, riusciamo a partire.
Sì ma Giorgio ed Ermanno? Già partiti, col fresco frizzante delle 7.

La strada sfila tranquilla. Tanto si va verso Portogruaro, dopo Monfalcone diventa tutto dritto. Marco è stato previdente, ha i panini già pronti. Io e Paolo siamo a secco. Sosta obbligatoria in supermercato, panini, parsuto e ciculata. E la prima radler ignorante (e calda), un must.




A Torviscosa, il sole ci abbandona. Anzi, arriva proprio il diluvio. Ci ripariamo sotto il porticato di una piccola chiesetta, giusto in tempo. Bon, pausa pranzo, tanto è mezzogiorno e comunque dobbiamo stare fermi per un po'.

Le nubi si diradano comunque in tempi brevi, più veloci dei nostri panini. Si prosegue e presto torna anche il sole, che ci accoglie a braccia aperte a Latisana. Mancano ormai pochi chilometri, è già tempo di una seconda pausa in un bellissimo parchetto con tanto di fontana.
Tra una cosa e l'altra, ci fermiamo per un'ora buona. Birre, sole, cicculata. Ripartire è difficile.

Troviamo una panchina sociologicamente interessante.


Ricapitolando: Trevi, Jona e Colonna sono tutti e tre gay e fanno robe che è meglio sian scritte in picio sulla panchina. Trevi è anche "seschi", che abbiamo interpretato come sechsi, italiano di sexy.  Poi c'è Klodis, che dovrebbe essere etero. Però è un coglione di merda. Ma la mula Chiara è così coccola che gli vuole bene lo stesso e gli mette i cuoricini. "Klodis coglione di merda sei mio" resterà negli annali come romanticismo 2.0.

Procediamo. E notiamo che le nuvole sono tutte in direione Portogruaro. Arriviamo al Ciclomundi alle 15.30. Salutiamo e 30 secondi dopo viene giù il finimondo. Via tutti. Gli stand si barricano e noi ci ripariamo sotto i portici per un'ora buona. Incontriamo Giorgio, Ermanno e Lucia, in trasferta anche loro, arrivati ben prima di noi. Ci diamo appuntamento per stasera, al Parco, su un bel palco in mezzo al verde. Intanto andiamo a lavarci e lasciare i nostri bagagli nella palestra. 

Sorpresa. Materassi veri, bagni, docce, acqua calda. Grasso el dindio! Ma, distesi per il meritato riposo, arriva la brutta notizia: il tempo non migliorerà, tutta la serata è trasferita in palazzetto, fuori dal centro.

Nel frattempo, si son fatte ormai le 18. Dobbiamo ancora cenare e caricare la presentazione per vedere se funziona tutto. Tra i posti a disposizione per il buono-cena, optiamo per la trattoria al buc. Scelta azzeccata. Il menù non è fisso, ma possiamo scegliere tra almeno dieci piatti diversi. Più la caraffa di spritz. Che presto si moltiplica.

Ci raggiunge Sara, in macchina. Ottimo, così possiamo raggiungere il Palazzetto senza fare troppa fatica.
Arrivati là, momenti di panico. Sono le 20 ormai, manca mezz'ora alla presentazione. Il computer non è collegato al proiettore. Anzi, il computer non c'è proprio. Fortunatamente, il Service si dimostra superefficiente. In 9 minuti d'orologio salta fuori un computer, lo si collega al proiettore, si prova la presentazione, funziona tutto, proviamo i tre microfoni, siamo a cavallo. Il tutto mentre stava anche provando la microrchestra che suonerà dopo di noi. Service impeccabile.

In attesa del pubblico, troviamo lì vicino un bar aperto, e lo opzioniamo per recuperare poi le birre per la partita della nazionale, visto che a mezzanotte verrà trasmessa proprio in Palazzetto.
Torniamo alla base, pronti per il nostro show, ma la gente è ancora al Parco. Aspettiamo, nel frattempo la pioggia non dà tregua. Lorenza, anima del Ciclomundi, fa la spola col furgone. Alle 21.30 tutto è pronto. C'è il pubblico. Si parte. Io, Paolo e Marco ci proponiamo di accorciare, per lasciare spazio a chi viene dopo di noi. Una signora sente, e ci apostrofa "Cossa mai! Mi son vegnuda qua solo che per voi! No stè gnanche pensarghe!". Daghe.
Eccoci.


Marco Pastonesi, della Gazzetta dello Sport, ci presenta, si informa sul dialetto triestino e sulla parola maldobrie. Il nostro Marco Massimiliani attacca. Ci siamo divisi i ruoli, lui farà il presentatore e io e Paolo racconteremo gli aneddoti, anche se poi tutti e tre avremo il piacere di ricordare l'esperienza del viaggio vissuta assieme. Tra il pubblico vedo Emilio Rigatti. Lui è uno dei tre grandi ispiratori dei nostri libri, essendo la nostra passione nata dopo aver saputo del suo viaggio con Rumiz e Altan da Trieste a Istanbul. E adesso è lì che ascolta la storia del nostro viaggio. Soddisfazioni.

La gente si diverte, apprezza la nostra autoironia. In fondo è vero, non abbiamo fatto nessuna grande impresa, anche se prima di fare il mio primo viaggio in bicicletta la reputavo tale. Invece è una cosa che si può fare con una certa facilità, e proprio il far notare la sua estrema normalità è il messaggio che vogliamo dare: chiunque può partire domani e farsi Trieste-Cracovia in bicicletta senza grossi problemi, ma con mille avventure. Come incontrare Jure, lo slovacco imbriago molesto. O Frida, la nonna slovena che tutti vorrebbero. O finire a dormire nell'ala femminile di un collegio. Da soli.

Io e Paolo ci ritiriamo "nei camerini" per vestirci da Ucio e Ciano, gli altri protagonisti di Polska... rivemo!, i due vecchi che in osmiza liberano la fantasia delle maldobrie in dialetto. E qua comincia la nostra scommessa. Come reagirà il pubblico in sala? Quanti triestini ci sono? Quanti capiranno l'ironia della storia, basata sul campanilismo tra Trieste e Udine?
Pare tanti. Sentiamo le risate. Sentiamo addirittura gli applausi a scena aperta sul quindicicalogo della Trieste friulana del futuro e sul Test di Triestinità. Soddisfazione ed emozione.
Che quindicicalogo? Questo!


La signora di prima ci regala un bellissimo complimento, apprezzato da tutti e tre: "Oltre che bravi, si vede che siete anche persone pulite".

Ci sediamo, ora tocca alla microrchestra. Tre strumenti: armonica cromatica, pandeiro e chitarra. Risultato molto d'effetto.



E poi si fa tardi, il tempo per i Tetes de Bois non c'è. Riescono comunque a mandare questo emozionante video prima della partita, con una grande interpretazione di Margherita Hack.



Inizia la partita. Non c'è la birra. Io e Paolo partiamo in missione. Ma il bar è già chiuso, disastro. Andiamo verso il centro. Torneremo dalla nostra missione a fine primo tempo, ma siamo ancora sullo 0-0.
Il resto è cronaca calcistica che sintetizzeremo con un "Bela! Ecoli là savevo mi che i ciapava el balin subito dopo! Ben cazada, 2-0, pecà che el xe cussì mona! Che traversa ciò!!!!".
Paolo intanto sfoga tutta la sua indole calcistica addormentandosi sulla sedia.

Si torna in palestra, siamo gli ultimi, alle 3 di notte.
Alle 9, saremo gli ultimi ad abbandonare la branda, con estrema fatica.
Borse pronte, si va in piazza. Sotto il sole, l'atmosfera del Ciclomundi è fantastica, viva, accogliente. Facciamo il giro degli stand, ci preoccupiamo dello sciopero dei treni, salutiamo un po' tutti e muoviamo i pedali verso la stazione, portandoci da Portogruaro un bellissimo ricordo e tanta voglia di ricominciare a viaggiare.
In bici, claro!


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mercoledì 11 giugno 2014

I dieci motivi per scegliere Trieste

Dieci motivi per scegliere Trieste.
Una recentissima pubblicazione (settembre 2009), appena scovata dai nostri ricercatori sempre all'avanguardia, ha stilato una lista di dieci punti che rendono la città di Trieste un must per i visitatori.

Il Monon Behavior Research Department non poteva perdere l'occasione per ciuciarghe schei pubblici all'ente turismo per la revisione dell'elenco, che, secondo i nostri calcoli, provocherà un boom turistico che frutterà alle casse comunali circa 5.000.000 di euri l'anno, di cui il 115% sarà indirizzato a noi quale simbolico rimborso per lo scoionamento da lavoro.

Ecco i nuovi 10 motivi per i quali visitare Trieste:
  1. Trieste è mare, mare è trieste, Trieste è amare, amare è Trieste.
    Trieste è il tuo mare, il mare è anche costa, Trieste tu mare, mia mare cossa.

  2. A Trieste c'è il Carso, con le sue bellissime manifestazioni spontanee. Ricorderemo gli endemismi delle grotte triestine, come il triplice clacson in Galleria Naturale e la ioza perpetua in Galleria de Piazza Foraggi. Senza trascurare l'altra tipica manifestazione del carsismo, le doline, come quella del buso per el Park San Giusto.

  3. Trieste, la natura si scatena. I continui tsunami estivi che interessano la zona di Barcola sono uno spettacolo unico e imperdibile. L'importanza della clanfa è stata da poco riconosciuta anche dall'Unesco, che ha esteso l'Area marina Protetta di Miramare proprio allo scopo di proteggere questa primizia triestina. No sicuro per i guati. Forsi anche per i veci che zoga a lavre.

  4. Trieste è scontrosa grazia. Immergetevi in questa frizzante accoglienza tanto cara anche al grande poeta Umberto Saba e lasciatevene travolgere. Non potrete più farne a meno. Tanto, comunque no poderè farne a meno. La scontrosa grazia vi attenderà volentieri in un qualsiasi negozio, a qualunque ora, meglio se poco prima della chiusura o la domenica, se trovè verto.

  5. La scontrosa grazia è anche ciclabile. Trieste ha così a cuore questa sua caratteristica che il Comune ha da sempre progettato Percorsi Culturali di Scontrosa Grazia, non da ultime le principali ciclabili urbane, sulle rive e a Barcola, dove, tra un'allegra pedalata e l'altra, potrete essere mandati a remengo non solo dagli altri ciclisti, ma anche dai veci a pie, da quei che speta la coriera in mezo ala ciclabile, da quei sentai ai tavolini dei ristoranti in mezo ala ciclabile.

  6. Trieste è trasporto ferroviario d'avanguardia. La città di Trieste vanta un trasporto su rotaia d'eccellenza, in poco tempo potrete raggiungere qualsiasi località di interesse turistico partendo dalla stazione.
    Stiamo ovviamente parlando del tran de Opcina per andar in Osmiza. Cos'altro c'è di più interessante da vedere?

  7. Trieste è esplosione di gusti. Non potrete resistere alla famosa jota de capuzi garbi, al panin de porzina senape e kren, ma soprattutto alla vinazza, da cui vi sarà proprio impossibile fuggire, data l'altissima densità de bareti smarzi.

  8. Trieste è architettura d'Elite. Milioni e milioni di persone visitano ogni anno l'eleganza di Melara, delle torri di Cattinara, di Monte Grisa, del Porta Cd di Piazza Goldoni. E se Pisa vanta la sua torre pendente e Monopoli il suo Vicolo Stretto, solo Trieste può sfoggiare l'unico e inimitabile Ponte Curto.

  9. Trieste città della Scienza. Università, Area, Sissa, Ictp, Ogs, IS, Monon Behavior Research Department. Trieste è l'anima della ricerca mondiale. Ma se volete trovare la vera scienza, dovrete cercarla là. Proprio là.
    Su Segnalazioni.

  10. Trieste è bestiuzze. Negli anni, l'offerta faunistica di Trieste è esplosa. Ormai non ci sono più solamente colombi, guati e cocai, ma il capoluogo giuliano può vantare la presenza di cornacchie a ufete, cinghiali scassabobi, lupi rosigacavai e da quest'anno anche orsi e, last but not least but yes beast, camosci. O forse i intendeva camogli.
    Le star assolute restano però ancora loro: i gatti, veri portatori sani (non sempre) di triestinità, un mix tra gnancapelculismo e checcoionismo saccente.

  11. Sì, undici. Perchè Trieste no ga pel cul che doveva esser dieci. Trieste è punto di incontro di culture, di etnie, di tradizioni.
    Per essere mandati a remengo non in una, ma in dieci, cento mille lingue differenti.

P.S. E' tornato il Monon Behavior in edizione ampliata e remasterizata! Lo trovate a soli 5 euri in libreria a Trieste, in Bisiacaria oppure comodamente online a questo link oppure in  versione ebook.

domenica 8 giugno 2014

Monon Behavior al Ciclomundi

Ebbene sì, quest'anno una delegazione Monon Behavior parteciperà al Ciclomundi, Festival Nazionale del viaggio in bicicletta, organizzato dalla Ediciclo a Portogruaro, per presentare al mondo el morbin de Polska... rivemo!, diario del viaggio in bicicletta da Trieste a Cracovia nonchè raccolta di nuove imperdibili maldobrie.

Sabato 14 giugno sera, alle ore 20.30, Diego Manna, Paolo Stanese e qualche altro protagonista della rumizada intratterranno il pubblico per un'ora al Parco della Villa Comunale con gli aneddoti del viaggio ma soprattutto con la lettura della maldobria della Trieste furlana del futuro, rigorosamente in dialetto triestino.
Accorriamo numerosi ciò!

Altra bella notizia, tutte le ciclo-maldobrie sono diventate anche ebook. Potete scaricare a questi link sia Zinque bici, do veci e una galina con do teste che Polska... rivemo! 



Per la cronaca, tempo permettendo, la delegazione partirà alla volta di Portogruaro in bici da Trieste sabato mattina, chi volesse aggregarsi faccia un fischio a manna@bora.la!

http://www.amazon.it/Polska-rivemo-cocal-cornacia-Ciclomaldobrie-ebook/dp/B00KQECLA2/