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mercoledì 29 giugno 2016

I cocai rubapanini

Cocal

Carte del frico, approfondimento culturale numero 17/82.

Pupolo di Erika Ronchin


El cocal è il gabbiano, a Trieste. Per la precisione, il gabbiano reale, perché il gabbiano comune, meno comune in realtà di quello reale, xe più cocolo.
El cocal si contraddistingue per la sua rinomata sgaiezza, cosa che lo rende protagonista anche del termine incocalì, ovvero rincretinito.
Va tuttavia considerato che el cocal in realtà è abilissimo nell'adattarsi ad ambienti in parvenza ostili, come la Trieste patria della scontrosa grazia e del remengo.
Così, è notizia di oggi, i cocai hanno imparato a ciularghe la marenda ai fioi, con abilissimi attacchi aerei, e chi ghe la caza a lori.


Ricordiamo anche l'utilità dei cocai nell'analisi della bora in base al spellacchiamento del cul.

I cocai sono anche protagonisti di una mitica canzone dei Gli I The Betolers (e anche de una dei Sardoni Barcolani Vivi, ma non è online):


Nel gioco FRICO la carta Cocal è una carta fregona: si può rubare una carta all'avversario. Come da articolo, è in combo con la carta Pedocin. Se giocate assieme valgono anche 5 armate di rinforzo.





venerdì 6 maggio 2016

L'Orcolat e il terremoto del Friuli

Orcolat

Carte del frico, approfondimento culturale numero 16/82.

Pupolo di Erika Ronchin


L'Orcolat, è un mostruoso orco nascosto tra le montagne della Carnia, il cui agitarsi provoca terremoti.
Dopo il terremoto del 6 maggio 1976, Orcolat divenne sinonimo di quella terribile catastrofe, superata grazie allo spirito e al valore della popolazione friulana.
Nel 2016, la tragedia viene ricordata anche da un film dal titolo Orcolat.

Qui un pensiero molto significativo di chi ha vissuto indirettamente il terremoto del '76.

Nel gioco FRICO la carta Orcolat è una carta rilancio: i dadi lanciati dal giocatore, non potendo stare fermi a causa del terremoto, possono venir rilanciati.



mercoledì 4 maggio 2016

Ursus, la nuova Torre Eiffel triestina

Ursus

Carte del frico, approfondimento culturale numero 15/82.
Pupolo di Erika Ronchin

L'Ursus, raro reperto di archeologia industriale, è una delle più grandi e antiche gru galleggianti. Costruito a Trieste nel 1914, è alto più di 80 metri.
A Natale, sull'Ursus viene montata una luminosa stella cometa, che la notte sembra essere quasi sospesa.
Epica la sua fuga la sua fuga dal porto qualche anno fa, spinto dalla bora a 200 Km/h e recuperato non senza difficoltà (e notevole perizia) dai rimorchiatori, storia che ispirò successivamente una canzone dei Sardoni Barcolani Vivi:


Oggi Ursus si candida a diventare la moderna Torre Eiffel triestina. Grazie a cospicui finanziamenti, sembra proprio che sarà ristrutturata de cagarse:


Chissà che no riveremo far finalmente l'Olimpiade dele Clanfe de là davanti Piaza Unità ;)


Nel gioco FRICO la carta Ursus è una carta cattivona: i clanfadori, lanciandosi da quell'altezza, schizza robe de mati e qualunque sia il risultato ai dadi, l'avversario perderà comunque un numero di armate pari al lancio del dado.



lunedì 7 marzo 2016

Le agane

Carte del frico, approfondimento culturale numero 14/82.

Pupolo di Erika Ronchin


Lis Aganis, le agane, sono ninfe acquatiche tipiche della mitologia alpina, particolarmente
note in Carnia. Sono rappresentate con sembianze femminili, giovani e attraenti
o anziane, ma sempre con almeno uno o più tratti non umani. Secondo la tradizione
sono protettrici dell’acqua, dei pescatori e sono spiriti benevoli.
Nel pupolo, presente anche la famosa dote del Friul: tete panza e cul ;)

Nel gioco FRICO la carta Lis Aganis è una carta risurrezione: le armate perse nell'ultima battaglia, essendo spiriti, risorgono nel medesimo territorio e possono combattere nuovamente.


P.S. aggiornamento crowdfunding del nuovo progetto LA GALINA CON TRE TESTE, CD di canzoni popolari triestine in versione punk, rock e pop:
Siamo al 93% della raccolta, in pratica manca pochissimissimo.
Potete sostenere il progetto e partecipare al crowdfunding pre-ordinando una copia del CD a questo link.
Ci aiutate anche facendo girare la notizia!

Ecco un assaggio delle registrazioni di uno degli inediti contenuti nel CD nel video qui sotto :)


Strucon con Chiara Gelmini
Mattinata di registrazioni per la voce femminile di "Strucon", una delle canzoni inedite del cd. Daghe!Grazie a Chiara Gelmini delle Les Babettes!Potete già prenotarlo sostenendo così il crowdfunding a questo link:http://www.kisskissbankbank.com/it/projects/la-galina-con-tre-teste-canzoni-popolari-triestine-in-versione-pop-punk-e-rock
Pubblicato da La galina con tre teste su Giovedì 3 marzo 2016




domenica 28 febbraio 2016

El tran de Opcina e le sue disgrazie

El tran de Opcina è la linea tranviaria simbolo di Trieste, che dal centro porta sull’altopiano
carsico. Costruito sotto l’Austria nel 1902, è famoso per i continui incidenti o malfunzionamenti
che si sono succeduti durante la sua storia, celebrati da una famosa canzone di cui trovate il video in fondo.
La dimostrazione che il tram sia nato disgrazià è riassunta da questi 5 punti.

  1. El tran de Opcina è considerata un'attrazione turistica triestina. 
    Ecco, e za cussì, el xe cagà. Come tutte le attrazioni turistiche triestine, è soggetto alla maledizione di Miramare, e quindi va automaticamente a remengo.
    A proposito di turismo, ricordiamo i dieci veri motivi per scegliere Trieste.

  2. El tran de Opcina è nato sotto l'Austria. 
    E come tutte le cose nate sotto l'Austria, è soggetto alla legge "se stava meo co se stava pezo", andando automaticamente a remengo con l'arrivo dell'Italia.
    Inoltre, per la somma dei punti 1 e 2, el tran è andato a doppio remengo, ovvero in stramonazza.

  3. Le riparazioni sono fatte troppo in furia.
    Il tram è fermo dal 2016. Quasi 4 anni, troppo poco tempo per fare una bella riparazione come che Dio comanda. L'Austria invece, che era un paese ordinato, aveva fatto le cose con calma e gesso, pian e ben: la concessione per la costruzione della trenovia fu emanata il 28 ottobre 1901, e la linea fu inaugurata il 9 settembre dell'anno successivo. 11 mesi per farlo da zero nel 1900. E' evidente che 4 anni per un intervento di riparazione nel ventunesimo secolo sono troppo pochi, ostia! 

  4. L'esortativo fastidioso del nome.
    L'etimologia di tranvai deriva infatti da "tran, vai!", incitamento all'efficienza e al lavoro che, da buon triestino, ghe fa girar le bale al tran. Che risponde con un "ma cossa vai dei, ciò, pensa ai afari tui, va ti ah se te ga tanta voia". O, ben che vada, con un "volentieri".

  5. E, soprattutto:

  6. La canzone del tran de Opcina è un falso storico introdotto da cospiratori furlani. 
    Prova ne sia il verso "Bona de dio, iera giorno de lavor". Nessun triestino avrebbe il coraggio di scrivere un verso dalla filosofia così spiccatamente lanfur. 

Ma se volete conoscere la storia di come si risolverà tutto nel 2052, ecco il libro che fa per voi: Le disgrazie del tran de Opcina! La storia di cinque ragazzini alle prese con un'antica profezia in una Trieste dominata dai furlani. Che robe ciò! In libreria o online qua :)


martedì 9 febbraio 2016

Muggia e il carnevale

Carte del frico, approfondimento culturale numero 12/82.



Pupolo di Erika Ronchin




Muja è la prima città della penisola istriana, e nella sua architettura esibisce fieramente
il periodo passato con la Serenissima Repubblica di Venezia.
Come questa, è famosa per il suo Carnevale, il più sentito della provincia di Trieste.
Ogni anno, oltre al divertimento, non mancano le polemiche, fonte anche queste di divertimento per chi ormai ne è avvezzo.
Eccole riassunte in un piccolo compendio della polemica carnevalesca muggesana.

La linea 20, per l'occasione, si trasforma in un'osmiza mobile.



Nel gioco FRICO la carta Muja è una carta infiltrati: i triestini si travestono da friulani e possono passare inosservati in tutta la regione, andando a combattere in qualunque territorio avversario.




sabato 30 gennaio 2016

La Ferriera di Servola

Carte del frico, approfondimento culturale numero 11/82.



Pupolo di Erika Ronchin

Servola è uno dei rioni storici di Trieste, un tempo famoso in tutto l’impero austro-ungarico per il suo pane e le sue pancogole, oggi sede della Ferriera, stabilimento siderurgico ormai centenario in perenne equilibrio precario tra disoccupazione, inquinamento, salute dei cittadini e promesse elettorali.

Nel 1776 il villaggio contava circa 350 abitanti e 107 case, nel 1804 480 ab. e 135 case, nel 1825 circa 700 ab. e 118 case, nel 1834 909 ab. L'aumento demografico di quei tempi fu dovuto soprattutto a immigrati dal Carso, ma anche dall'Istria, dai colli Birchini e dalla Valle del Vipacco; meno dai vicini paesi del comune di San Dorligo.

Alla fine del 1700, venne aperta la prima scuola del circondario di Trieste, perché era "il villaggio più grande, più vicino e più operoso".
Nel 1869 il borgo contava già 1883 abitanti e 229 case.
Nel 1897 venne insediato il primo nucleo dell'odierna Ferriera di Servola ad opera della Società Industriale della Carniola (Krainische Industrie Gesellschaft).

La Ferriera, a causa dei suoi continui sforamenti sui limiti indicati dalla legge, è costante oggetto di proteste e polemiche  che periodicamente sfociano in manifestazioni a tutela della salute dei cittadini.
La prossima si terrà il 31 gennaio 2016, con partenza da Piazza Oberdan alle ore 15.00.

Per la Ferriera il Monon Behavior Research Department ha elaborato una proposta di riconversione ecologica ;)
E i Sardoni Barcolani Vivi le hanno dedicato una canzone:



Nel gioco FRICO la carta Servola è una carta cattivona: grazie ai miasmi della Ferriera, qualunque sia il risultato ai dadi, l'avversario perderà comunque un numero di armate pari al lancio del dado.




lunedì 25 gennaio 2016

Gigi Pirola

Carte del frico, approfondimento culturale numero 10/82.




Pupolo di Erika Ronchin



Gigi Pirola è il protagonista di una nota filastrocca triestina, dal contenuto estremamente educativo, ciò


Gigi, Gigi Pirola
ga roto la pignata 
su mare come mata 
la ghe coreva drio. 

Cori su per Servola 
zo per Montebelo 
la ga trovà un capelo 
e la lo ga vendù. 

Tre soldi per la pipa 
quatro pe'l tabaco 
Gigi xe un macaco 
e un macaco el resterà 

Gigi, Gigi Pirola 
ga roto la pignata 
su mare come mata 
la ghe coreva drio. 

Cori su per Servola 
zo per Montebelo 
la trova un torentelo 
e la finissi in'tel potok 

Gigi, Gigi Pirola 
ga roto la pignata 
su mare come mata 
la ghe coreva drio. 

Su per Montebelo 
e zo per Catinara 
con tuta sta cagnara 
el xe finì in canon. 

Gigi, Gigi Pirola 
ga perso una zavata 
su mare come mata 
la ghe coreva drio. 

Cori su per Servola 
zo per Montebelo 
la ga trovà un capelo 
la ga trovà un baul 
e dentro iera Gigi 
che se gratava el cul.

Nel gioco FRICO la carta Gigi Pirola permette di effettuare un attacco a distanza (con lancio de zavate).
 .



mercoledì 6 gennaio 2016

Il Pignarûl Grant

Carte del frico, approfondimento culturale numero 9/82.

Pignarûl Grant



Pupolo di Erika Ronchin

Il Pignarûl Grant è il Grande falò dell’Epifania. Viene acceso a Tarcento il 6 gennaio, dopo la fiaccolata guidata dal Vieli Venerand, Vecchio Venerando, che, in base alla direzione del fumo, trarrà gli auspici per il nuovo anno.
"Se 'l fum al và a sorêli jevât cjape 'l sac e vâ a marcjât".
(Se il fumo volge a oriente al mercato col sacco andrai continuamente),
ma "Se 'l fum al và a sorêli a mont cjape 'l sac e vâ a pal mont".
(Se il fumo piega al tramonto emigra col tuo sacco per le vie del mondo).


.

sabato 12 dicembre 2015

Santa Lucia

Carte del frico, approfondimento culturale numero 8/82.

SANTA LUCIA


Pupolo di Erika Ronchin

Santa Lucia, fu una martire cristiana, morta il 13 dicembre 304 durante le persecuzioni di Diocleziano a Siracusa.
Ancora ragazzina, Lucia era promessa sposa a un giovane pagano.
Sua mamma inizia a stare male e soffre di gravi emorragie. Lucia la convince a recarsi in pellegrinaggio a Catania presso la tomba di Sant’Agata, in occasione dell’anniversario del suo martirio per chiedere la grazia della guarigione. Dopo la messa, Lucia si addormenta e in sogno le appare Sant’Agata che le promette la guarigione della madre e le anticipa che diventerà santa.
Subito la madre ritornò a stare bene.
Supportata da questo miracolo e dalle parole della Santa, Lucia tornata a Siracusa comunica alla madre che non vuole sposarsi e che la sua intenzione era quella di aiutare i poveri della città, donando loro tutto quello che possedeva.
La notizia arriva alle orecchie del pretendente di Lucia che preso dall’ira, avendo scoperto la sua fede cristiana, la denuncia all’arconte di Siracusa (Pascasio) che subito la fa arrestare.
Durante il processo, Pascasio cerca di convincere Lucia a rinnegare la sua fede e a compiere sacrifici in onore degli dei romani, lei però non cede. Alterato dalle sue risposte, ordina che sia portata in un “luogo infame, dove sarai costretta al disonore” (postribolo), ma quando i soldati tentano di spostarla, Lucia miracolosamente diventa irremovibile.
Pascasio pensa che Lucia sia una strega per questo ordina che sia cosparsa di urina e di riprovare a muoverla usando dei buoi. Ma gli animali non riescono a spostarla.
L’arconte, infuriato, ordina che venga bruciata. Cosparsa di pece e olio, il corpo di Lucia viene avvolto dalle fiamme, ma non brucia.
Alla fine Lucia fu decapitata con un colpo di spada. Si narra anche che le furono strappati gli occhi, per questo lei divenne protettrice della vista, anche se non ci sono fonti ufficiali su questo gesto terribile. L’emblema degli occhi sulla coppa, o sul piatto, è da ricollegarsi, semplicemente, con la devozione popolare che l’ha sempre invocata protettrice della vista a motivo del suo nome Lucia, da Lux, che vuol dire “luce”.
[fonte: si24.it/]

Ogni 13 dicembre, in Friuli, Santa Lucia porta i regali ai bambini buoni.


Nel gioco FRICO la carta Santa Lucia è una delle prime due carte extra speciali.
Si trova in tutte le librerie e negozi più bobe della regione, assieme alla carta triestina San Nicolò.
Porta in dono la possibilità di utilizzare per una volta in qualunque momento durante il proprio turno di gioco il cannone bisiaco, sparando a qualunque territorio avversario, capitali incluse..


P.S. Il FRIKO in versione limitata (con la K + borsina + gioco + saranno presenti anche gli autori:
carte nuove di San Nicolò e Santa Lucia + 6 sottobicchieri + adesivo del can de Trieste) potete trovarlo in queste date, dove

  • domenica 18 dicembre 2016 dalle 10.30 alle 18 al mercatino Barbacan Produce, in piazzetta Barbacan a Trieste.
Vi aspettiamo!

P.P.S. FRICO si può acquistare anche online, comodamente da questo link!


domenica 6 dicembre 2015

San Nicolò

Carte del frico, approfondimento culturale numero 7/82.

SAN NICOLO'


Pupolo di Erika Ronchin



San Nicolò, anche conosciuto come San Nicola di Bari (Patara di Licia, 270 circa – Myra, 6 dicembre 343), fu vescovo di Myra (oggi Demre), una città che si trova nell'attuale Turchia.
San Nicola è ritenuto un santo benefattore e protettore, specialmente dei bambini.
La sua figura ha inoltre dato origine al mito di Santa Claus, Babbo Natale.

Ogni 6 dicembre, a Trieste, San Nicolò porta i regali ai bambini buoni, che in cambio gli lasciano sul tavolo un bicchiere di latte e biscotti o mandarini.
Ai bambini cattivi San Nicolò porta invece carbone.

Alla Ferriera, cattivissima, San Nicolò porta anche carbone, solo che el fa casin perchè alla Ferriera il carbone piace e allora in pieno spirito magnanimo natalizio lo condivide per tutto l'anno con i propri concittadini, che zigheranno "Ahia!" perchè a lori invece il carbone ghe fa mal, solo che i fa casin perchè invece cussì par che tuti quei che ziga i vol darghe l'Aia, l'Autorizzazione a Impatar l'Ambiente, e infati i ghe la ga dada. Amen.

Il Monon Behavior Research Department ha inoltre pubblicato recentemente un importante studio scientifico per determinare chi tra San Nicolò e Babbo Natale porti realmente i regali ai bambini triestini.

Nel gioco FRICO la carta San Nicolò è una delle prime due carte extra speciali.
Si trova in tutte le librerie e negozi più bobe della regione, assieme alla carta friulana Santa Lucia.
Porta in dono la possibilità di utilizzare per una volta in qualunque momento durante il proprio turno di gioco il cannone bisiaco, sparando a qualunque territorio avversario, capitali incluse..

P.S. Il FRICO in versione natalizia (borsina + gioco + carte nuove di San Nicolò e Santa Lucia + 12 sottobicchieri + adesivo del can de Trieste) potete trovarlo in queste date, dove saranno presenti anche gli autori:

  • venerdì 11 dicembre alle 18.30 a Unsaccomoras in via Felice Venezian 13 a Trieste.
  • venerdì 18 dicembre dalle 18.00 alla finale di MAN vs FRICO al caffè San Marco di Cividale.
  • domenica 20 tutto il giorno al mercatino Barbacan Produce, in piazzetta Barbacan a Trieste.
Vi aspettiamo!

P.P.S. FRICO da oggi si può acquistare anche online, comodamente da questo link!



sabato 5 dicembre 2015

I Krampus

Carte del frico, approfondimento culturale numero 6/82.

I KRAMPUS


Pupolo di Erika Ronchin

I krampus sono diavoli travestiti che accompagnano San Nicolò.
La leggenda vuole che, tanto tempo fa, nei periodi di carestia, i giovani dei paesi di montagna, travestiti con pellicce e corna di animali, terrorizzassero e derubassero i villaggi vicini per fare provviste per l'inverno.
Tra loro si nascose il diavolo, riconoscibile solo dalle zampe a forma di zoccolo di capra, poi sconfitto dal vescovo Nicolò.
Da allora i giovani sfilano lungo le strade dei paesi non più a depredare, ma a portare doni e “picchiare i bambini cattivi”, accompagnati dalla figura del vescovo che aveva sconfitto il male.

Ogni 5 dicembre, a Tarvisio, si svolge la festa di San Nicolò e dei Krampus, che escono dal bosco per far durare le rincorse e gli inseguimenti anche per ore, mentre San Nicolò interroga i bambini.

Ecco un bel video che rende l'atmosfera.




Nel gioco FRICO la carta Krampus dona un bonus +1 in attacco a chi la utilizza, in quanto i diavoli picchiatori si scatenano contro l'avversario.

P.S. Il FRICO in versione natalizia (borsina + gioco + carte nuove di San Nicolò e Santa Lucia + 12 sottobicchieri + adesivo del can de Trieste) potete trovarlo in queste date, dove saranno presenti anche gli autori:

  • venerdì 11 dicembre alle 18.30 a Unsaccomoras in via Felice Venezian 13 a Trieste.
  • venerdì 18 dicembre dalle 18.00 alla finale di MAN vs FRICO al caffè San Marco di Cividale.
  • domenica 20 tutto il giorno al mercatino Barbacan Produce, in piazzetta Barbacan a Trieste.
Vi aspettiamo!

P.P.S. FRICO da oggi si può acquistare anche online, comodamente da questo link!




giovedì 26 novembre 2015

Il Cjalcjut

Carte del frico, approfondimento culturale numero 5/82.

IL CJALCJUT


Pupolo di Erika Ronchin


Il cjalcjut è uno spiritello
 della tradizione carnica, che durante la notte si siede sullo stomaco dei dormienti impedendo la respirazione. La vittima, al risveglio, sarà di cattivo umore a causa del sonno difficile.
Il Cjalcjut può assumere diverse dorme, tra cui umane e bestiali, tanto che spesso viene rappresentato come un gatto nero.

Per evitare l'ingresso nelle case del Cjalcjut, si ricorreva a mele cotogne o melograni o corone di aglio o di erbe e fiori nei cassetti, oppure si sovrapponevano in croce, a tre a tre e per tre sere consecutive, dei pezzetti di spago che poi venivano bruciati al mattino.

Il Cjalcjut è presente anche nella tradizione triestina con il nome di Cinciut. Ma coss'te ga el cinciut?

Nel gioco FRICO la carta Cjalcjut tormenta gli avversari, donando un bonus +1 in difesa a chi la utilizza. Può tuttavia essere annullata dalle carte triestine nero e capo in b, per gli ovvi effetti eccitanti del caffè.




P.S. Sono arrivate le nuove carte di FRICO! San Nicolò e Santa Lucia! Le trovi nelle librerie e negozi più bobe della regione!

lunedì 2 novembre 2015

San Giusto, patrono di Trieste

Carte del frico, approfondimento culturale numero 4/82.

SAN GIUSTO 

Pupolo di Erika Ronchin

San Giusto è’ il santo patrono di Trieste, celebrato il 3 novembre, morto martire nell’anno 303.
Noto per le sue opere ed elemosine, fu denunciato di empietà.
Giusto fu convocato dal magistrato ed invitato a fare un sacrificio agli dei romani, cosa che rifiutò per due volte. Venne quindi fustigato e condannato alla morte per annegamento nelle acque del golfo di Trieste al largo dell'odierno promontorio di Sant'Andrea.
 Il corpo di Giusto, inspiegabilmente sciolto dalle corde e dai pesi di cui era stato gravato, fu portato dalle onde sull'odierna Riva Grumula.

 Dalla sua storia ha origine il famoso detto “Giusto iera un e anche quel i lo ga negà”, che si usa per rispondere alle proteste dei bambini "No xe giusto!".

A lui è dedicata anche una nota canzone popolare:

CANTA SAN GIUSTO
[Parole di Ernesto Zollia Musica di Guido Natti] 

I veci brontola Che i tempi xe cambiai. 
 No xe più maschere, No xe più carnevai, 
 E come in tempi andai Sta nostra gioventù 
 No se diverti e non la canta più. 

 Se adesso I giovani Xe mati drio el balon. 
 Se fin le suocere Se ga tajà el cocon, 
 Se dura sta passion Pel jazz e pel simì, 
 El nostro canto dunque xe finì! 

 Canta San Giusto dal suo campanil 
 L'eterno canto che toca ogni cuor 
 Trieste tuta xe un canto gentil 
 Che ghe somiglia al profumo de un fior 

 Canta la Bora, le onde del mar 
 E le sirene che ciama al lavor, 
Una canzon che nissun sa cantar 
 Trieste tuta xe un canto de amor!

Nel gioco FRICO la carta San Giusto permette di aggiungere 5 armate in rinforzo o di avere un bonus +1 in attacco o in difesa nel lancio del dado. +2 se giocata nel rione di San Giusto.

  

E per restar agiornado cole monade, iscrivite ala monadesletter:



martedì 27 ottobre 2015

Il Plevan di Malborghet

Carte del frico, approfondimento culturale numero 3/82.


IL PLEVAN DI MALBORGHET


Pupolo de Erika Ronchin

Il parroco di Malborghetto, protagonista di una nota canzone popolare e promotore di efficaci metodi contraccettivi.





E il plevan di Malborghet al è stât tre dîs in tal liet cun la massarie
che par no lassale plene lui le à rot il fîl de schene cun la manarie
La masarie dal plevan e ha sclipat el capelan par fa la scuete
Je me ha dit che ha biei voi ma son come doi pedoi a tor pa muse
Je me ha dit che ha un biel nas ma al è grand come il garage dall’automobil
Je me ha dit che ha bielis tetis ma son come le sachetis de ghiachete
Je me ha dit che ha un biel cul ma al è grand come un baul plen di varuscli
Je me ha dit che ha un biel liet quatri breis e un cavalet e duarm par tiare
Se tu sintis quan che pisse je le molle fisse fisse par tempieste
Je me ha dit che ha un biel tai ma al promete e no da mai
e che s’al tegni
Traduzione:
Il parroco di Malborghetto è stato 3 giorni a letto con la massaia
e per non lasciarla incinta gli ha rotto la colonna vertebrale con la mannaia.
La massaia del parroco ha munto il sacrestano facendo la ricotta
Lei mi ha detto che ha begli occhi ma sono come due pidocchi in giro per la faccia.
Lei mi ha detto che ha un bel naso ma è grande come il garage dell'automobile.
Lei mi ha detto che ha belle tette ma sono come le tasche della giacca.
Lei mi ha detto che ha un bel culo ma è come un baule pieno di varicella.
Lei mi ha detto che ha un bel letto, 4 tavole e un cavalletto, e dorme per terra.
Se tu senti quando piscia, lei la molla fissa fissa, sembra tempesta.
Lei mi ha detto che ha un bel taglio, me lo promette non me lo da mai, e che se lo tenga!

Nel gioco FRICO, questa carta permette di convertire le armate avversarie facendole diventare tue. Ma se esce uno al dado, il Plevan è impegnato con la massaia e la carta non funzionerà.

E per restar agiornado cole monade, iscrivite ala monadesletter:


martedì 20 ottobre 2015

I cinghiali triestini

Carte del frico, approfondimento culturale numero 2.

EL CINGHIAL


Pupolo oviamente de Erika Ronchin


Il cinghiale, animale sempre più presente nelle vite e nell'immaginario dei triestini.
Dopo l'incontrastato dominio dei gatti del millennio scorso, che ha portato alla nascita della figura mitologica della gattara, la Guerra per la Supremazia Urbana delle Bestiuzze ha visto il succedersi di diverse dinastie di regnanti:

  • i colombi
  • le pantigane (accasatesi poi in quel di Barcola)
  • i cocai (di cui parleremo in seguito)
  • le cornace
  • i lupi (timido tentativo a Basovizza, ma subito richiamati all'ordine)
  • i cinghiali, che le cronache danno come favoriti nella scalata al potere, anche grazie alla mutazione delle gattare in cinghialare. Sempre più disinibiti, è cronaca di oggi addirittura la visita di un cinghiale in edicola a Borgo:

Foto originale scattata da Katja Volk.

Come finirà la UBSW (Urban Bestiuze Supremacy War)?
Non si sa.
Quel che è certo è cosa faranno i gatti: